Abusi edilizi a S. Teresa: chiesto processo per due ex tecnici, un consigliere e altri 5
di Andrea Rifatto | 17/09/2017 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 17/09/2017 | CRONACA
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Il Piano casa consentiva aumento delle volumetrie fino al 25%
Quelle concessioni edilizie ai sensi del Piano Casa non potevano essere rilasciate in quanto non vi erano i presupposti previsti dalla legge. È l’accusa mossa dalla Procura della Repubblica di Messina nei confronti di otto persone di S. Teresa di Riva, tra ex tecnici del Comune, professionisti e privati, finiti al centro di un’inchiesta che ha preso il via lo scorso anno in seguito a una denuncia. A conclusione delle indagini condotte dalla Sezione di Polizia giudiziaria della Polizia municipale di Messina e coordinate dal pubblico ministero Antonella Fradà, è stato chiesto il rinvio a giudizio per due ex tecnici comunali, l’ingegnere Pietro Mifa e il geometra Francesco Cisto; due professionisti operanti a S. Teresa, gli architetti Carmelo Lenzo e Salvatore Massimo Trimarchi e quattro privati tra cui l’attuale capogruppo di maggioranza consiliare Dario Miano. L'udienza preliminare è stata fissata dal gup per il 15 novembre al Tribunale di Messina. Mifa e Cisto sono imputati per abuso d’ufficio perché nelle loro qualità di direttore dell’Area Territorio e Ambiente il primo (incarico ricoperto dal luglio 2009 al maggio 2012) e di tecnico responsabile il secondo (in servizio dal maggio 1978 e collocato a riposo nel novembre 2015) hanno rilasciato una concessione edilizia nel dicembre 2011, sulla base del progetto elaborato dall’architetto Lenzo, in assenza dei requisiti previsti dalla Legge regionale 6/2010 (Piano Casa), “procurando intenzionalmente un ingiusto vantaggio al proprietario consistito nell’edificazione di un fabbricato a due elevazioni fuori terra per abitazione con un ampliamento della cubatura pari al 25,52%, rilasciando la concessione edilizia per la ristrutturazione e sopraelevazione in violazione del Piano Casa in quanto il fabbricato era originariamente destinato a magazzino-deposito (categoria C2) e non ad uso residenziale, non risultava in regola con il pagamento della tassa rifiuti al momento della presentazione dell’istanza e il progetto non risultava corredato da un’analitica descrizione delle tecniche costruttive di bioedilizia utilizzate per la realizzazione delle opere oggetto di concessione”. A Cisto viene addebitato anche un altro caso, questa volta nelle vesti di vicedirettore dell’Area Territorio e Ambiente, per aver rilasciato nel dicembre 2010 una concessione edilizia al consigliere Dario Miano (eletto alle Amministrative dello scorso 11 giugno) e a una società di cui è titolare una familiare per la costruzione di due immobili a più elevazioni sul lungomare nel quartiere Barracca, per un totale di 9 appartamenti e 3 depositi per complessivi 1.501 metri cubi, comprensivi dell’incremento del 25% previsto dal Piano Casa nel caso di demolizione di fabbricati residenziali ultimati al 31 dicembre 2009 e ricostruzione degli stessi. Anche in questo caso secondo la Procura non vi erano i requisiti in quanto il fabbricato era destinato in precedenza a deposito (cat. C2) e non era in regola con i pagamenti Tarsu e Ici al momento della presentazione dell’istanza, basata sul progetto redatto dall’architetto Trimarchi. Ciò avrebbe comportato un ingiusto vantaggio patrimoniale ai richiedenti. A Lenzo (che all’epoca dei fatti era anche presidente del Consiglio comunale) e Trimarchi, nella qualità di direttori dei lavori, a Miano e agli altri privati viene contestata la violazione del DPR 380/2001 (Testo unico dell’Edilizia) per aver eseguito le opere in forza di una concessione edilizia illegittima in quanto non sussistevano le condizioni per il rilascio. Lenzo e un cittadino devono rispondere dello stesso reato anche per lavori eseguiti in difformità al titolo edilizio (realizzazione di una veranda chiusa con aumento della volumetria del fabbricato e della superficie utile abitativa per 11,38 mq, modificando l’originaria destinazione d’uso della superficie) o in assenza dello stesso (chiusura di un corpo scala con infissi in alluminio e vetrate con aumento della volumetria del fabbricato) e per l’utilizzo di un fabbricato in mancanza del certificato di collaudo. Gli otto sono difesi dagli avvocati Massimo Principato, Paolo Turiano, Antonino De Luca, Carmelo Iaria e Gianfilippo Brunetto. Le concessioni edilizie rilasciate dall'Ufficio tecnico del Comune di S. Teresa di Riva con l'applicazione del Piano casa sono state complessivamente una ventina: i riflettori della Procura si sono accesi solo su questi casi.