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Agenzia di Sviluppo e Consorzi dell'Unione, tutti assolti per i viaggi alla Bit e le spese
di Andrea Rifatto | 27/04/2021 | CRONACA
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La società è stata chiusa nel 2016
Erano accusati di essersi appropriati di somme erogate dalla Regione all’Agenzia di Sviluppo Jonico-Peloritani e a vari consorzi collegati, utilizzandole per fini personali o per finalità del tutto estranee a quelle per le quali erano state stanziate. Ma oggi, a cinque anni e mezzo dall’apertura del dibattimento, è arrivata per tutti una sentenza di proscioglimento. Si è infatti concluso con otto assoluzioni il processo sulla gestione dei contributi all’interno dell’Agenzia di Sviluppo Jonico-Peloritani, attivata nell’ambito della società Valli Joniche dei Peloritani Spa (costituita dall’Unione dei Comuni nel 2007 per espletare attività strumentali al sostegno e allo sviluppo economico del territorio e alla valorizzazione delle risorse e della cultura locale e chiusa nel 2016), e nei consorzi Sviluppo Economico Valli Joniche, Sviluppo tecnologia internet su banda larga e Gestione associata della tutela e della valorizzazione degli olii extravergini. Sul banco degli imputati erano finiti l’allora sindaco di Pagliara Santi Di Bella, il collega di Castelbuono Antonio Tumminello, Andrea Ceccio di Roccalumera, Vincenzo Faraone di Palermo, Giorgio Foti di Messina, Grazia Pappalardo di Furci Siculo, Vincenza Famulari di Santa Teresa di Riva e Giuseppe Leonardi di Francavilla di Sicilia, accusati a vario titolo di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e peculato. Oggi pomeriggio il collegio della Seconda Sezione penale del Tribunale di Messina presieduto dal giudice Claudia Misale (a latere Rita Sergi e Maria Grazia Mandanici) ha assolto tutti con la formula “perchè il fatto non sussiste”, mentre l’accusa aveva chiesto condanne dai tre ai sei anni. A difendere gli imputati sono stati gli avvocati Giuliano Saitta, Antonio Maiorana, Ferruccio Puzzello, Alberto Gullino, Marco Passalacqua, Filippo Brianni, Carlo Mastroeni, Lori Olivo, Anna Scarcella, Carmelo Saitta e Massimo Cambria. Parti civili erano il Comune di Pagliara e l’Unione dei Comuni Valli Joniche dei Peloritani, rappresentati dall’avvocato Carmelo Scillia. L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Liliana Todaro, partì in seguito ad un esposto presentato il 20 luglio 2011 dall’allora capogruppo consiliare di minoranza di Pagliara, Domenico Prestipino, successivamente sindaco della cittadina collinare e presidente dell’Unione dei Comuni. Gli accertamenti vennero svolti dalla polizia giudiziaria e dai carabinieri della stazione di Mandanici tra il novembre 2011 e il settembre 2014, mentre le consulenze tecniche vennero redatte dal consulente della Procura Domenico Larizza. Il dibattimento ha però smentito l'impianto accusatorio in quanto tutte le spese erano giustificate e pertinenti, come testimoniato anche da sindaci e consiglieri dell'Unione dei Comuni sentiti come testimoni e ricostruito dal consulente di parte Enrico Spicuzza, che ha fatto emergere come la consulenza di Larizza non avesse considerato tutta una serie di documenti giustificativi. Valli Joniche dei Peloritani Spa: le spese contestate per 371mila euro Consorzio Sviluppo Valli Joniche, Internet su banda larga e Tutela olii
Ad Andrea Ceccio, Vincenzo Faraone, Giorgio Foti, Grazia Pappalardo, Vincenza Famulari e Giuseppe Leonardi veniva contestato il peculato in concorso in quanto Ceccio (presidente del Consiglio di amministrazione), Faraone e Foti (consiglieri), Pappalardo, Famulari e Leonardi (sindaci della società accusati di aver omesso i controlli sulla gestione) si sarebbero impossessati di somme concesse dalla Regione per finalità estranee, in particolare 64mila 257 euro per sagre e feste organizzate tra il 2008 e il 2009 a Pagliara, Roccalumera, Mandanici, Nizza di Sicilia e Messina; 127mila 517 euro per contributi a favore di terzi, di cui 64mila 867 non autorizzati, utilizzati per rimborso spese al Consorzio Limone Interdonato (48mila560 euro), tinteggiatura e realizzazione impianto di videosorveglianza a Villa Crisafulli-Ragno a Santa Teresa (8mila 282), adesione al Consorzio Asi (4mila 125) ed altri 3mila 900 euro per eventi e manifestazioni. Nel mirino della Procura era finita anche la partecipazione alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano nel 2008 e 2009, quando la Società Valli Joniche dei Peloritani spese 71mila 901 euro (40mila 516 nel 2008 e 31mila 385 nel 2009): l’accusa contestava infatti la presenza nel capoluogo lombardo di persone di cui non era ben chiaro il ruolo, oltre a biglietti aerei, pernottamenti e acquisti vari. Altri 107mila 949 euro erano contestati come spese non giustificate per viaggi, materiale pubblicitario e rimborsi spese, per un totale di 371mila 625 euro.
Il processo ha riguardato anche il Consorzio Sviluppo Economico Valli Joniche, il Consorzio sviluppo tecnologia internet su banda larga e il Consorzio per la gestione associata della tutela e della valorizzazione degli olii extravergini. In questo filone di indagine sono finiti Di Bella, Ceccio e Tumminello. Ai primi due veniva contestata la truffa aggravata perchè secondo la Procura, nelle rispettive qualità di presidente e di segretario del Consorzio Sviluppo Economico, omisero di rendicontare alla Regione due contributi da 571mila e 313mila euro, accreditati tra il 2008 e il 2009, creando un ufficio consortile con un segretario, un revisore dei conti e decine di addetti senza alcuna mansione, affidando la realizzazione degli scopi del Consorzio alla Società Valli Joniche dei Peloritani Spa, inducendo così in errore la Regione e procurandosi un indebito profitto. Di Bella doveva rispondere di peculato perché secondo i magistrati nel 2008 si sarebbe appropriato, senza giustificazione, di 8mila 500 euro dalle casse del Consorzio Sviluppo Economico. Di Bella e Tumminello, segretario del Consorzio, erano accusati poi di essersi appropriati nel 2011 di 4mila 200 euro senza giustificazione, così come su Tumminello e Ceccio (come beneficiari) e Di Bella (come presidente) pendeva un’altra accusa di peculato perché, sempre nel 2011, avrebbero intascato ingiustamente il primo 6mila 288 euro a titolo di compenso come segretario del Consorzio e il secondo 4mila 536 quale tesoriere, entrambi con il compito di gestire e rendicontare un contributo da 171mila euro che secondo gli inquirenti non venne mai giustificato alla Regione. Sempre per il medesimo capo di imputazione i tre erano accusati di aver sottratto del Consorzio Sviluppo Economico altri 9mila 100 euro non giustificati nel 2011 e altri 5mila 160 euro (3mila 144 Tumminello e 2mila 016 Ceccio) per incarichi di gestione di contributi regionali mai rendicontati. Per il Consorzio sviluppo tecnologia internet su banda larga, a Di Bella e Ceccio era contestata la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni in merito ad un contributo di 330mila euro stanziato dalla Regione che i due imputati, rispettivamente presidente e segretario, avrebbero impiegato per altri scopi. Di Bella e Tumminello erano accusati di peculato per essersi appropriati di 5mila 200 euro relativi agli anni 2005 e 2006 senza giustificazione, mentre a Di Bella, Tumminello e Ceccio veniva contestato nuovamente il peculato per l’erogazione di altri 5mila 160 euro (3mila 144 a Tumminello e 2mila 016 a Ceccio) per prestazioni inesistenti di rendicontazione di contributi regionali. Anche nel Consorzio per la gestione associata della tutela e della valorizzazione degli olii extravergini gli inquirenti avevano rilevato anomalie gestionali: Di Bella era imputato come presidente anche qui per peculato perché nel 2008 si sarebbe appropriato di 4mila euro a titolo di spettanza dell’ufficio consortile, in assenza di giustificazione in quanto composto da personale senza qualifiche e mansioni. Lo stesso Di Bella e Tumminello, come segretario erano accusati di peculato per aver incassato nel 2011 5mila 700 euro per gli anni 2005 e 2006, somme non giustificate per l’attività svolta e già liquidate in precedenza.