Appalto truccato per l'A18 e la A20, arrestati un ex dirigente del Cas e due imprenditori
di Redazione | 02/02/2023 | CRONACA
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Misure eseguite tra Messina e il Nord Italia
Dalle prime ore di oggi la Direzione Investigativa Antimafia di Messina sta eseguendo nel territorio della provincia e nel nord Italia un’ordinanza di misure cautelari emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale peloritano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di quattro persone indagate in concorso per turbata libertà del pubblici incanti. Si tratta di un dirigente, oggi in pensione, del Consorzio per le Autostrade siciliane nonché di tre imprenditori a capo di imprese leader nella fornitura di servizi attinenti la rete viaria. Con il provvedimento eseguito oggi, sono state disposte le misure degli arresti domiciliari per l’ex dirigente del Cas Gaspare Sceusa e per gli imprenditori Francesco Duca e Giuseppe Trifirò, mentre l'imprenditore Pietro Rampino è stato gravato dalla misura interdittiva del divieto di esercitare imprese o ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese per sei mesi. Le indagini della Dia, coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, hanno fatto emergere come nel corso del 2020 gli indagati abbiano posto in essere una serie di collusioni turbando il procedimento di formazione del bando di gara riguardante l'espletamento del servizio di presidio antincendio nelle gallerie della rete autostradale A18 Messina-Catania e A20 Messina-Palermo, pubblico incanto indetto dal Consorzio Autostrade Siciliane per un importo di quasi 10 milioni di euro. Attraverso le loro condotte, gli indagati erano riusciti a far sì che il contenuto del bando fosse strutturato in maniera tale da indurre al stazione appaltante ad individuare il contraente in un’associazione temporanea di imprese già determinata. A ciò si addiveniva, come documentato tramite attività tecnica e servizi di pedinamento, attraverso ripetuti incontri e scambi di documentazione riservata tra gli indagati. In tal modo si incideva sui contenuti del bando, che una volta modificato, presentava requisiti tecnici particolarmente restrittivi con l'intento di escludere potenziali concorrenti a favore dell'impresa di interesse. "Le notizie sull'inchiesta della Dia di Catania e sull'arresto di un dirigente a riposo del Consorzio non possono che provocare amarezza e sconcerto, anche se si tratta di fatti accaduti tre anni fa”. È questo il primo commento del neo presidente di Autostrade Siciliane, Filippo Nasca ai fatti emersi stamani. “Nel confermare la massima collaborazione nei confronti della magistratura” - prosegue l’avvocato Nasca - confermo che già nel prossimo consiglio direttivo di venerdì saranno decise drastiche misure di rafforzamento dei presidi anticorruttivi interni, con un turn over dei responsabili dei procedimenti e una ricognizione delle gare d'appalto in corso di espletamento. L’opera di riorganizzazione del Consorzio Autostrade Siciliane è appena all'inizio, sarà purtroppo non breve ma estremamente incisiva. La rete autostradale è un patrimonio di tutti i siciliani, va riqualificata e resa sicura, e ci vorrà del tempo per i ritardi dei decenni passati. Ma è evidente che tutto ciò dovrà avvenire dentro una cornice operativa di trasparenza e legalità".