Giovedì 26 Dicembre 2024
Operazione dei Carabinieri: indagini partite dopo il rogo dell'auto del comandante


Auto incendiate, estorsione, spaccio e stalking a Forza d’Agrò: sei arresti - NOMI e VIDEO

di Andrea Rifatto | 30/06/2022 | CRONACA

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L'uomo che ha appiccato l'incendio all'auto del comandante

Sei persone arrestate, due finite nel carcere e quattro ai domiciliari. È l’esito dell’operazione condotta questa notte dai Carabinieri del Comando provinciale di Messina, che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Ornella Pastore su richiesta del sostituto procuratore Alessandro Liprino della Procura della Repubblica peloritana, che ha condotto le indagini con il Gruppo reati contro persone e cose coordinato dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio. Gli arrestati sono i fratelli Gabriele e Davide Pitasi, 27 e 23 anni, ristretti nel carcere di Gazzi; ai domiciliari, con divieto di comunicare con persone diverse dai conviventi, Franca Bartolone 53 anni, madre dei Pitasi; Giuseppe Macrì, 46 anni; Salvatore Lenzo, 32 anni, residente a Santa Teresa di Riva; Andrea Micali, 22 anni, residente a Savoca. Le accuse contestate a vario titolo agli indagati sono danneggiamento seguito da incendio, atti persecutori, tentata estorsione, spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’attività investigativa è stata avviata dal Nucleo Operativo della Compagnia di Taormina, guidata dal capitano Giovanni Riacà, a seguito dell’incendio dell’autovettura del comandante della Stazione Carabinieri di Forza d’Agrò, il luogotenente Maurizio Zinna, verificatosi nella notte del 31 marzo dello scorso anno. Incendio che causò la completa distruzione dell’autovettura di proprietà del sottufficiale, che si trovava in sosta sulla strada pubblica prospiciente l’ingresso della caserma. In particolare, la visione delle immagini di videosorveglianza avevano da subito consentito di stabilire senza ombra di dubbio l’origine dolosa dell’incendio per mano di un individuo, con il volto travisato, che aveva innescato l’incendio dandosi immediatamente alla fuga. La ricostruzione della via di fuga percorsa dall’autore aveva consentito nell’immediatezza di individuare l’abitazione dove aveva abbandonato gli indumenti e la maschera utilizzata per portare a compimento l’azione delittuosa e di porli sotto sequestro per le successive analisi di laboratorio, nonché di raccogliere le dichiarazioni, fortemente indizianti, da parte di un testimone che aveva notato l’uomo darsi alla fuga. I successivi approfondimenti investigativi, corroborati anche da attività tecniche, hanno permesso di stabilire che l’azione delittuosa era stata condotta da tre pregiudicati del luogo, che in passato erano stati tratti in arresto dai carabinieri della Stazione di Forza d’Agrò, a conclusione di un’attività investigativa risalente al 2012 relativa, tra l’altro, ad alcuni episodi di danneggiamento a mezzo incendio di diverse autovetture verificatisi nel centro collinare e nei comuni limitrofi. 

Le ulteriori indagini hanno permesso di accertare, soprattutto grazie alle intercettazioni, la responsabilità degli indagati anche in ordine ad un altro episodio di danneggiamento seguito da incendio, verificatosi sempre a Forza d’Agrò, nel dicembre 2020, in danno dell’autovettura dell'allora responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale, l’architetto Sebastiano Stracuzzi; ad un tentativo di estorsione ai danni del titolare del ristorante "Agostiniana" nell’ottobre 2021, quando il titolare ha denunciato il rinvenimento di una bottiglietta contenente benzina, posta sul parabrezza dell’autovettura di uno dei dipendenti, parcheggiata in prossimità dell’esercizio di ristorazione, con un biglietto manoscritto recante una richiesta estorsiva di 65mila euro; plurimi episodi di spaccio e cessioni di sostanze stupefacenti di varia tipologia (cocaina, crack, marijuana). In particolare sono stati documentati diversi episodi in cui gli indagati, dopo aver reperito lo stupefacente nella periferia messinese o nella vicina provincia di Catania, si sono adoperati nella cessione di alcune dosi ad acquirenti noti dei comuni limitrofi della fascia jonica; diversi episodi di minacce, molestie ed intimidazioni perpetrati dagli indagati, tra il 2020 e 2021, finalizzati a porre “atti persecutori” nei confronti dell’allora responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Forza d’Agrò e dei suoi familiari, per condizionarne l’esercizio delle sue funzioni, a seguito del mancato rilascio di una concessione edilizia in favore degli indagati. 

Più informazioni: operazione nerone bis  


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