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Bomba al "Primigi Store" di Santa Teresa, arriva la condanna definitiva per il mandante
di Andrea Rifatto | 29/10/2021 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 29/10/2021 | CRONACA
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L'ordignò danneggiò la vetrine e anche alcune auto
È definitiva anche la seconda condanna per l’attentato dinamitardo compiuto la sera del 5 febbraio 2018 davanti al negozio di abbigliamento per bambini “Primigi Store” di Santa Teresa di Riva. La Corte di Cassazione ha infatti giudicato inammissibile il ricorso presentato da Giuseppe Forte, 46enne di Siracusa, mandante dell’azione delittuosa che si concretizzò con il piazzamento di una bomba davanti la vetrina dell’esercizio commerciale: diventa dunque definitiva la sentenza del 13 gennaio 2020 della Corte d’appello di Messina, che ha condannato l’uomo a quattro anni di reclusione per i reati di danneggiamento aggravato (riqualificando l’imputazione originaria di devastazione), detenzione e porto di materiale esplosivo, oltre a 5.000 di multa e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. La Prima Sezione penale della Cassazione lo ha condannato adesso anche al pagamento delle spese processuali e di 3mila euro alla Cassa delle ammende. Era divenuta invece già definitiva in appello la condanna di Christian Maria Terranova, 30enne cugino di Forte, esecutore materiale dell’attentato al quale sono stati inflitti sempre quattro anni per gli stessi reati, in quanto l’imputato non ha presentato ricorso in Cassazione e l’8 febbraio scorso è stato rinchiuso nel carcere di Ragusa per scontare gli ultimi due anni, visto che ha già trascorso i primi 24 mesi di carcerazione ai domiciliari. Forte e Terranova erano stati arrestati il 23 ottobre 2018 al culmine delle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Taormina e della Stazione di Santa Teresa, mentre un terzo complice presente quella sera sul corso Regina Margherita, al centro del paese, non è stato mai identificato. Le sentenze hanno stabilito che il movente fossero i cattivi rapporti tra Giuseppe Forte, i cui familiari erano titolari di negozi Primigi in provincia di Catania e Siracusa, e la famiglia Catalano, proprietaria del negozio santateresino, in particolare Giorgio Terzo Catalano quale responsabile del marchio di abbigliamento per la Sicilia e la Calabria, accusato di aver negato alcune forniture ai negozi riferibili a Forte a causa di debiti contratti e non onorati, nonché di politiche commerciali aggressive che avrebbero leso le attività della sua famiglia, tanto da spingerlo a piazzare la bomba temendo l’espansione commerciale della vittima che, con l’apertura di nuovi punti vendita, veniva ritenuta in aperta concorrenza con la finalità di estrometterlo dal mercato. Terranova non aveva invece alcun rapporto con i Catalano e la Primigi. Decisivi per incastrare i due cugini sono state le intercettazioni telefoniche ed ambientali tra Forte e Terranova, reo confesso che non aveva alcuna relazione con le persone offese e con la Primigi, nè ha mai chiarito i motivi del gesto delittuoso: contatti tra i due che erano inesistenti dall’1 gennaio 2018, mentre ne sono stati registrati numerosi tra il 3 ed il 5 febbraio, giorno dell’attentato, insieme ad alcune chiamate senza risposta effettuate dall'esecutore materiale, dopo aver realizzato l'attentato con l'esplosivo, al mandante che però non rispose nè lo richiamò. Preziose anche le rilevazioni del Gps montato sull’auto utilizzata per trasportare l’esplosivo sino al luogo dell’attentato e ritorno, con una tappa intermedia nel parcheggio del centro commerciale Centro Sicilia a Misterbianco, dove i due si incontrarono il giorno stesso della consumazione del delitto. L'auto è stata anche ripresa mentre si fermava per brevi istanti, al momento del posizionamento dell'ordigno, al fine di consentire la fuga nel minor tempo possibile. In una conversazione con i propri familiari, Giuseppe Forte esprimeva soddisfazione dopo aver avuto la notizia di una bomba esplosa a Santa Teresa, che ricollegava immediatamente all'attività del Catalano anche in assenza di uno specifico riferimento da parte dell’interlocutore.