Calcio scommesse, a Cremona assolti Spadaro, Rinci e Intilisano
di Andrea Rifatto | 26/03/2019 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 26/03/2019 | CRONACA
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Cosimo Rinci con il suo legale Antonio Scarcella
Sono stati assolti i tre imputati di S. Teresa di Riva a processo a Cremona per la vicenda calcio scommesse, nata dall’inchiesta della Polizia che nel dicembre 2013 scosse il mondo del pallone portando a diversi arresti. Salvatore Spadaro, 69 anni, Cosimo Rinci detto Charlie, 63 anni, all’epoca dei fatti team manager del Riccione e Salvatore Antonio Intilisano, 50 anni, ex dirigente del Pergocrema, erano accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva per 53 partite di Serie A, B e Lega Pro ritenute truccate. Per tutti e tre il collegio composto dal presidente Maria Stella Leone e dai giudici a latere Giulia Masci ed Elisa Mombelli ha emesso oggi, dopo una camera di consiglio durata circa un'ora, sentenza di assoluzione, come chiesto nell'ultima udienza dai pubblici ministeri Ilaria Prette e Milda Milli della Procura di Cremona e dai legali difensori dei tre, gli avvocati Alessandro Billè per Spadaro, Antonio Scarcella per Rinci e Felice Di Bartolo per Intilisano. Non vi è stata, dunque, alcuna associazione a delinquere. Assolto con formula piena anche Marco Paoloni, l’ex portiere di Cremonese e Benevento accusato di frode sportiva e lesioni per aver ‘drogato’ i suoi ex compagni di squadra versando l'ansiolitico Minias nelle bottiglie dell'acqua minerale, durante l'intervallo della partita Cremonese-Paganese di Lega Pro del 14 novembre 2010 a Cremona, per stordirli affinchè vincesse la squadra avversaria. Per tutti gli altri imputati del "blocco" rimasto a Cremona, i giudici hanno emesso sentenza di assoluzione o il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Nell’aprile 2017 la maggior parte del procedimento è stata spostata a Bologna, mentre a processo a Cremona, oltre Paoloni, è rimasto il terzo gruppo accusato di associazione a delinquere. Tra gli imputati, il cinese Wang Yu Qiu, comproprietario di una lavanderia a Desio e accusato di essere il finanziatore dell’associazione e anche il serbo Almir Gegic, ex calciatore del Chiasso e considerato uno dei capi del gruppo degli ‘zingari’. Rinci e Spadaro vennero arrestati il 17 dicembre 2013 e poi scarcerati qualche settimana dopo. A processo era finito anche Ermanno Pieroni, ex presidente dell’Ancona Calcio, assolto nel maggio 2016: nell’inchiesta era stato chiamato in causa in particolare per i suoi rapporti con Rinci, Spadaro, Intilisano, Fabio Bruno Quadri, Wangyi Qiu, Simone Grillo, perché secondo l’accusa, insieme a loro avrebbe costituito l’organizzazione per pilotare i risultati. Gli inquirenti ritenevano come Rinci, sfruttando la sua introduzione negli ambienti calcistici e in particolare appoggiandosi a Pieroni, informasse preventivamente Spadaro dei risultati che avrebbero avuto partite di calcio dei campionati di serie A, B e C del 2013, a seguito di corruzione, da loro stessi favorita, o di accordi tra le squadre, e lo Spadaro a sua volta informava il Quadri che procedeva alle relative scommesse a seguito di finanziamento di Qiu Wangyi, provvedendo poi, tutti, alla ripartizione tra loro dei proventi. Accuse che per i giudici di primo grado non stavano in piedi.