Mercoledì 18 Dicembre 2024
Impegni all'Ars del deputato e neo sindaco di Messina. Altri nove gli indagati


Caso Fenapi, nuovo rinvio dell’udienza preliminare per Cateno De Luca

di Andrea Rifatto | 28/06/2018 | CRONACA

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Cateno De Luca

È stata nuovamente rinviata l’udienza preliminare sul caso Fenapi, l’inchiesta che vede coinvolto il deputato regionale e neo sindaco di Messina Cateno De Luca e altre nove persone accusate di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale, che secondo la Procura di Messina sarebbe capeggiata proprio dal sindaco della città dello Stretto. Dopo il rinvio a oggi dal 19 aprile, questa mattina il giudice per l’udienza preliminare Simona Finocchiaro ha accolto la richiesta dei suoi legali difensori, Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi, avanzata per improrogabili impegni di De Luca all’Assemblea regionale siciliana, tra cui i lavori della Commissione parlamentare Bilancio convocata per le 10.30. Il pubblico ministero Francesco Massara si è opposto alla richiesta di rinvio e si è registrato un acceso scambio di battute con l’avvocato Taormina, prima che il Gup rinviasse tutto all’11 luglio accogliendo l’istanza di legittimo impedimento del deputato. Davanti al Gup sono chiamati a rispondere, oltre De Luca, l’ex sindaco di Alì Carmelo Satta, vari collaboratori del parlamentare regionale eletto con l’Udc e poi passato al Misto, coinvolto come direttore generale della Fenapi, e consulenti dell’ente, ossia Cristina Triolo, Floretana Triolo, Antonino Bartolotta (sindaco di S. Teresa dal 1994 al 2003), Giuseppe Ciatto, Domenico Magistro, Francesco Vito, Carmelina Cassaniti (consigliere comunale a S. Teresa dal 2012 al 2017) e Fabio Nicita.

Il giorno prima dell'udienza preliminare, il 10 luglio, è fissata in Cassazione l'udienza sulla misura cautelare emessa nell'ambito dell'inchiesta. De Luca e Satta vennero infatti arrestati l’8 novembre da Carabinieri e Guardia di Finanza e scarcerati alcuni giorni dopo in seguito all’interrogatorio di garanzia. Il sostituto procuratore Antonio Carchietti, che ha coordinato le indagini, contesta agli indagati, tra cui anche il Caf Fenapi Srl come persona giuridica, la gestione dei rapporti tra il Caf Fenapi e la Fenapi sostenendo l’esistenza di costi fittizi e partite di giro per eludere il Fisco, relativi in particolare al personale, al mantenimento delle sedi e a servizi affidati a società esterne, con un’evasione fiscale da un milione 742mila euro, somma posta inizialmente sotto sequestro dalla Finanza prima che il Tribunale del Riesame revocasse la misura cautelare disponendone la restituzione. Le motivazioni di quest’ultimo provvedimento sono state depositate il 13 marzo e secondo i giudici del Collegio non vi è stata nessuna operazione fittizia ma solo ricostruzioni contabili per predisporre documentazione riepilogativa da produrre presso gli organi di giustizia tributaria a seguito della verifica fiscale delle Fiamme gialle condotta tra dicembre 2013 e maggio 2014. Secondo il Riesame non è inoltre sostenibile l’esistenza di una associazione a delinquere messa in piedi dare direttive ai collaboratori per falsificare documenti così da costituire prove false per documentare operazioni mai compiute. I coinvolti sono difesi dagli avvocati Carlo Taormina, Tommaso Micalizzi, Giovanni Mannuccia, Emiliano Covino, Sebastiano Campanella e Maria Grazia Bertilone.

Più informazioni: inchiesta fenapi  


COMMENTI

Massimo | il 28/06/2018 alle 15:19:20

Ma in questi giorni di improrogabile campagna elettorale , L'onorevole De Luca si e messo in aspettativa!!!! ha continuato a fare il deputato? adesso che iniziano i processi grazie a questa permissiva legge giuridica I SUOI GRANDI DIFENSORI chiedono come sempre il rinvio , sgradevole ed anche disonorevole in un Paese dove esiste la prescrizione .quando arriva al giudizi questo signore Mai , sarà sempre PRESCRITTO , però le priorità x la città di Messina PER IL NUOVO SINDACO e il nuovo Tribunale , mi viene da piangere , povera Messina sempre nel buio più profondo del MONDO.

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