Articoli correlati
Caso Fenapi, rinviata l’udienza preliminare per Cateno De Luca e altri nove
di Andrea Rifatto | 19/04/2018 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 19/04/2018 | CRONACA
3502 Lettori unici
Cateno De Luca
È stata rinviata al 28 giugno l’udienza preliminare sul caso Fenapi, l’inchiesta che vede coinvolto il deputato regionale Cateno De Luca e altre nove persone accusate di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale, che secondo la Procura di Messina sarebbe capeggiata proprio dall’ex sindaco di Fiumedinisi e S. Teresa di Riva. Oggi il giudice per l’udienza preliminare Simona Finocchiaro ha accolto la richiesta dei suoi legali difensori, Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi, avanzata per l'impedimento di Taormina ad essere presente, e ha rinviato tutto all’inizio dell’estate. Davanti al Gup sono chiamati a rispondere, oltre De Luca, l’ex sindaco di Alì Carmelo Satta, vari collaboratori del parlamentare regionale eletto con l’Udc e poi passato al Misto, coinvolto come direttore generale della Fenapi, e consulenti dell’ente, ossia Cristina Triolo, Floretana Triolo, Antonino Bartolotta (sindaco di S. Teresa dal 1994 al 2003), Giuseppe Ciatto, Domenico Magistro, Francesco Vito, Carmelina Cassaniti (consigliere comunale a S. Teresa dal 2012 al 2017) e Fabio Nicita. De Luca e Satta vennero arrestati l’8 novembre da Carabinieri e Guardia di Finanza e scarcerati alcuni giorni dopo in seguito all’interrogatorio di garanzia. Il sostituto procuratore Antonio Carchietti, che ha coordinato le indagini, contesta agli indagati, tra cui anche il Caf Fenapi Srl come persona giuridica, la gestione dei rapporti tra il Caf Fenapi e la Fenapi sostenendo l’esistenza di costi fittizi e partite di giro per eludere il Fisco, relativi in particolare al personale, al mantenimento delle sedi e a servizi affidati a società esterne, con un’evasione fiscale da un milione 742mila euro, somma posta inizialmente sotto sequestro dalla Finanza prima che il Tribunale del Riesame revocasse la misura cautelare disponendone la restituzione. Le motivazioni di quest’ultimo provvedimento sono state depositate il 13 marzo e secondo i giudici del Collegio non vi è stata nessuna operazione fittizia ma solo ricostruzioni contabili per predisporre documentazione riepilogativa da produrre presso gli organi di giustizia tributaria a seguito della verifica fiscale delle Fiamme gialle condotta tra dicembre 2013 e maggio 2014. Secondo il Riesame non è inoltre sostenibile l’esistenza di una associazione a delinquere messa in piedi dare direttive ai collaboratori per falsificare documenti così da costituire prove false per documentare operazioni mai compiute. I coinvolti sono difesi dagli avvocati Carlo Taormina, Tommaso Micalizzi, Giovanni Mannuccia, Emiliano Covino, Sebastiano Campanella e Maria Grazia Bertilone.