Cedevano droga ad un disabile, due condanne in Cassazione e pene accessorie ridotte
di Andrea Rifatto | 15/02/2023 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 15/02/2023 | CRONACA
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La droga veniva ceduta su lungomare di Santa Teresa
In appello era arrivato uno sconto di pena, adesso un “taglio” alle pene accessorie. Si è chiuso in Cassazione il processo che vedeva imputati due uomini accusati di aver ceduto cocaina ad un disabile mentale di Antillo, approfittando del suo stato di salute precario, riuscendo a spillargli nel tempo 30mila euro. Per Antonino Mantarro, 66 anni, di Santa Teresa di Riva e Roberto Impellizzeri, 57 anni, di Furci Siculo, adesso la condanna è divenuta definitiva dopo il verdetto dei giudici di terzo grado, che hanno ritenuto fondati i loro ricorsi. In primo grado, nel marzo 2021, il giudice monocratico Claudia Misale del Tribunale di Messina aveva inflitto una pena di sei anni e due mesi di reclusione per entrambi, accusati di cessione di sostanza stupefacente ai sensi dell’articolo 73 primo comma del Dpr. 309/1990, oltre al pagamento di 27mila euro di multa, stabilendo inoltre il risarcimento in favore della parte civile, la vittima delle cessioni, assistita dall’avvocato Pietro Fusca; sei mesi dopo la Corte d’appello del capoluogo ha rideterminato la pena in tre anni e dieci mesi e 16mila euro di multa ciascuno, con interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale per la durata della pena iniziale, in virtù dell’accordo concluso dagli imputati con il procuratore generale, il cosiddetto patteggiamento in appello, con la rinuncia agli ulteriori motivi di appello ad eccezione di quelli relativi al riconoscimento della prevalenza delle circostanze generiche. I due imputati, assistiti nel processo dagli avvocati Salvatore Garufi e Annarita Reina, si sono però rivolti alla Cassazione ritenendo che la condanna a meno di cinque anni imponeva un’interdizione dai pubblici uffici temporanea per cinque anni, mentre l’applicazione dell’interdizione legale doveva essere esclusa. Gli ermellini hanno accolto queste tesi e annullato senza rinvio la sentenza d’appello limitatamente all’interdizione dai pubblici uffici, che hanno determinato in cinque anni, e all’interdizione legale che è stata adesso eliminata, confermando per il resto la condanna a tre anni e dieci mesi ciascuno. Secondo quanto ricostruito allora dai Carabinieri, anche in base ai racconti della vittima, la vicenda si è svolta tra Santa Teresa di Riva, Furci Siculo e Antillo nel corso degli ultimi mesi del 2014: in quel periodo i due hanno avuto più volte contatti con l’uomo e in più occasioni lo hanno perfino accompagnato in banca per prelevare il denaro necessario a pagare la cocaina. Le cessioni avvenivano sul lungomare di Santa Teresa, dove secondo quanto ricostruito dalle indagini Impellizzeri gli dava appuntamento per telefono e gli consegnava la cocaina in involucri di plastica che nascondeva sotto la lingua. Ad un certo punto il disabile intendeva smettere, ma il 57enne furcese lo esortava a continuare ad assumere lo stupefacente, dicendogli che gli faceva bene. In Cassazione anche il sostituto procuratore generale aveva chiesto l’annullamento senza rinvio della sentenza , come poi deciso dai giudici della Terza Sezione penale.