Domenica 24 Novembre 2024
L'aggressione di S. Teresa: la difesa vuole l'abbreviato per il 30enne agli arresti


Chiesto il processo immediato per Saporito, peggiorano le condizioni di Gianluca Trimarchi

di Andrea Rifatto | 20/09/2019 | CRONACA

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Francesco Saporito e Gianluca Trimarchi

Le prove sono evidenti, emerge con chiarezza la responsabilità dell’indagato, dunque si vada subito a processo. Per Francesco Saporito, il 30enne di Messina, è arrivata la richiesta di giudizio immediato per l’aggressione a Gianluca Trimarchi avvenuta la notte del 23 luglio in piazza Antonio Stracuzzi a S. Teresa di Riva. Il giudice per le indagini preliminari Salvatore Mastroeni del Tribunale di Messina ha accolto la richiesta del pubblico ministero Stefania La Rosa, che ha coordinato le indagini condotte dalla Compagnia Carabinieri di Taormina e dai militari della Stazione di S. Teresa, e ha disposto il giudizio immediato per tentato omicidio con l’aggravante dei motivi abbietti e futili oppure, in contestazione alternativa, per lesioni personali gravissime, sempre aggravate dagli stessi motivi, per avere colpito il 27enne di Roccalumera con un pugno provocandogli “un trauma cranico con frattura della base cranica e falda ematica extrassiale, frattura ossa nasali e seno mascellare destro con emoseno mascellare destro e sfenoidale bilaterale da aggressione”, con prognosi riservata, pericolo di vita e probabili danni irreversibili. Il Gip ha fissato la comparizione dell’indagato davanti la Prima Sezione Penale in composizione collegiale per il 18 dicembre e ieri l’avvocato Salvatore Silvestro, difensore di Saporito, ha presentato richiesta di giudizio abbreviato, rito che in caso di condanna prevede uno sconto di pena di un terzo. L’aggressore, uscito dal carcere il 6 agosto, si trova ai domiciliari nella sua abitazione di Santo Stefano Medio con il braccialetto elettronico, misura decisa dal Tribunale del Riesame in parziale accoglimento della richiesta difensiva.

La ricostruzione del Riesame. I giudici del Riesame scrivono che “si può ragionevolmente ritenere che il Saporito abbia agito d’impeto, in maniera evidentemente sproporzionata ed ingiustificabile, ad una derisione subita: tale aspetto non appare del tutto irrilevante sul pianto cautelare, nella misura in cui, al contrario, l’avere inferto un colpo ‘senza alcuna plausibile ragione’ è condotta che evoca ragionevolmente esigenze cautelari fronteggiabili solo con la misura carceraria in quanto rimanda ad un soggetto agente capace di colpire chiunque senza alcuna logica, quindi certamente incapace di attenersi alle prescrizioni di qualsiasi misura diversa dal carcere. Plausibile, inoltre – proseguono – che Saporito non si sia effettivamente reso conto dell’entità delle lesioni cagionate al Trimarchi: si rileva come le lesioni che hanno portato la vittima in fin di vita sono quelle relative alla zona occipitale del cranio da cui è derivata l’emorragia cerebrale e quindi non direttamente riconducibili al colpo, quanto piuttosto al contraccolpo causato dalla successiva rovinosa caduta”. Respinta, invece, l’ipotesi di legittima difesa in quanto non sono state ritenute credibili le dichiarazioni di Saporito che ha affermato come Gianluca Trimarchi si stava avvicinando verso di lui con una bottiglia di vetro in mano tenuta bassa, reputando che stesse per aggredirlo: ciò anche alla luce delle dichiarazioni dell’amico di Saporito, che ha raccontato come Gianluca “non avesse alcun atteggiamento fisicamente minaccioso o aggressivo, non compie alcun gesto con la bottiglia né si avvicina aggressivamente al Saporito, che reagisce rabbiosamente con il pugno nel momento esatto in cui l’interlocutore proferisce qualche frase nei suoi confronti”.

I motivi della scarcerazione. I giudici rilevano “la sussistenza di esigenze cautelari, concrete ed attuali, collegate al pericolo di reiterazione criminosa desunta dalle modalità di condotta del Saporito, insegnante di arti marziali e kick boxing, che ha colpito Trimarchi con estrema brutalità” ma hanno giudicato sufficienti gli arresti domiciliari, visto che “in ragione della tendenza a delinquere dell’indagato si impone l’adozione di un trattamento cautelare di natura detentiva che limiti incisivamente la libertà di movimento di Saporito e che ne consenta concretamente il controllo da parte della polizia giudiziaria, al fine di neutralizzare il pericolo di reiterazione di reati”. Dunque “la misura adeguata si individua in quella degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico e con il divieto di comunicare con persone diverse dai conviventi, che realizza il fine cautelare con il minor sacrificio per l’indagato, non rinvenendosi, per un verso, concrete ragioni – anche in virtù di quanto esposto in ordine alla ricostruzione in fatto della vicenda – per formulare una prognosi di inosservanza delle prescrizioni connesse a detta misura e risultando, per altro verso, inadeguata qualsiasi cautela mano aflittiva”. I giudici nel provvedimento parlano di “inclinazione alla violenza quale tratto di personalità di Saporito (condannato nell’ottobre 2018 a 5 anni e 6 mesi per rapina aggravata in concorso e lesione personale aggravata dopo una spedizione punitiva) e di rischio di inquinamento delle prove”.

Le condizioni di Gianluca Trimarchi rimangono molto gravi e negli ultimi tempi si è registrato un peggioramento: il ragazzo è ricoverato in prognosi riservata al Policlinico di Messina, con la parte sinistra del corpo bloccata con gravi danni, è cosciente solo a tratti, viene alimentato con il sondino e ha avuto gravi problemi respiratori, tanto che i medici hanno dovuto cessare la ventilazione meccanica assistita e praticare la tracheotomia. La famiglia, assistita dagli avvocati Vittorio Di Pietro e Giuseppe Zanghì, è stretta intorno a lui e spera ogni giorno che la situazione del giovane possa avere risvolti positivi.

Più informazioni: aggressione piazza stracuzzi  


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