Consorzio Rete Fognante, rinviati a giudizio in nove per corruzione, falso e inquinamento
di Andrea Rifatto | 26/03/2025 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 26/03/2025 | CRONACA
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L'impianto Sud di Giardini Naxos
Si aprirà con nove imputati il processo sulla gestione del Consorzio per la Rete Fognante di Taormina-Giardini Naxos-Letojanni-Castelmola, finita negli anni scorsi al centro delle indagini della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Taormina, che già nel 2021 avevano sequestrato l’impianto di Giardini Naxos, sfociate nel maggio 2024 in un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla giudice per le indagini preliminari Tiziana Leanza per le ipotesi di reato di corruzione, turbativa d’asta, falso materiale e ideologico, truffa e inquinamento ambientale, con misure interdittive a carico di quattro persone, per fatti contestati tra il 2020 e il 2021. In quell’occasione era stata disposta la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un ex dirigente del Consorzio, Giuseppe Caudullo, ex responsabile dell’Area economico-finanziaria (poi revocata), il divieto temporaneo di contrarre con la Pubblica Amministrazione per un professionista già dirigente dell’Ente, l’ingegnere Oscar Alberto Aymà, ex responsabile dell’Area tecnica del Consorzio, e per due imprenditori, Angelo Oliveri di Taormina e Sebastiano Sgroi di Giardini Naxos. Nell’inchiesta risultavano indagate altre nove persone. In udienza preliminare l’accusa, con la sostituta procuratrice Roberta La Speme, ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli indagati (Aymà nel frattempo è deceduto) e il gup Eugenio Fiorentino ha rinviato a giudizio nove persone, per il processo che inizierà il 13 maggio davanti ai giudici della Prima sezione penale del Tribunale di Messina. Sul banco degli imputati compariranno Mauro Passalacqua, presidente del Consorzio rete Fognante dall’aprile 2019 al maggio 2023; Giuseppe Caudullo, ex responsabile dell’Area economico-finanziaria; Antonio Culoso, operaio manutentore del Consorzio; Giovanni Taliò, operaio addetto alla manutenzione dell’impianto; Sebastiano “Nellino" Sgroi, titolare dell’impresa “Edilnaxos” di Giardini Naxos; Orazio Luigi De Maria e Giuseppe Sterrantino, dipendenti dell’impresa “Edilnaxos”; Fabio Maccarrone, imprenditore di Piedimonte Etneo; Angelo Oliveri, titolare di fatto della ditta “Vs Costruzioni”. Gli avvocati difensori sono Corrado Rizzo, Antonio Cardillo, Rita Faro, Giuseppe Valentino, Ilaria Intelisano, Alfio Ardizzone, Salvatore Gentile e Giuseppe Carrabba. Tra le parti civili il Consorzio Rete fognante, costituitosi con l'avvocato Isidoro Musumeci, e l'ex dipendente del Consorzio Alfredo Elia Mandri, oggi presidente del Consorzio stesso, che ha fatto partire le indagini con la sua denuncia presentata alla Procura nell'ottobre 2020 e si è costituito con l’avvocato Antonio Noè. Le accuse. Passalacqua deve rispondere di omissione di atti d’ufficio e inquinamento ambientale per aver consentito il funzionamento dell’impianto consortile di depurazione delle acque reflue di Giardini Naxos in condizioni inadeguate allo svolgimento di un corretto ciclo depurativo ed in assenza di adeguata manutenzione, in violazione delle prescrizioni fissate nell'autorizzazione allo scarico dei reflui fognari, realizzato nelle acque del fiume Alcantara anziché nel mar Jonio e consentendo il funzionamento dell'impianto in assenza di autorizzazione allo scarico, scaduta nel 2017 e non tempestivamente rinnovata, omettendo indebitamente secondo l’accusa di compiere un atto del proprio ufficio; inoltre deve rispondere di aver cagionato una compromissione significativa e misurabile delle acque del fiume Alcantara consentendo lo scarico reiterato di reflui non depurati. Caudullo è accusato di tentata induzione indebita a dare o promettere utilità per aver rivolto reiteratamente e con insistenza richieste di pagamento di somme indebite ad Alfredo Elia Mandri (all’epoca dei fatti collaboratore di Aymà), in seguito alla liquidazione di somme per le competenze tecniche maturate dallo stesso, ponendo in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a indurre Elia Mandri a dare o promettere il pagamento di una quota indeterminata delle somme ricevute. Fatto che non avvenne per il rifiuto del destinatario delle richieste; inoltre è accusato di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio per aver ricevuto da Angelo Oliveri l'utilità consistente nella realizzazione di lavori di movimento terra e pulizia nel campo sportivo di Giardini Naxos, al fine di ottenere l'affidamento diretto di un appalto al Consorzio. Lo stesso Oliveri è accusato di corruzione per aver offerto lo svolgimento gratuito dei lavori al campo sportivo e sia lui che Caudullo sono accusati anche di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente per un affidamento diretto alla ditta Oliveri consistenti per lavori di pulizia dalla cenere vulcanica e per la realizzazione del pozzetto di alloggiamento del misuratore di portata in ingresso dell'impianto di depurazione sud di Giardini Naxos, al solo fine di remunerare i lavori gratuiti eseguiti al campo sportivo. Culoso deve rispondere del reato di truffa per aver attestato falsamente lo svolgimento dell’orario lavorativo e nel sottoscrivere il contratto in epoca successiva all’inizio della decorrenza. Sgroi, Sterrantino, De Maria e Taliò sono accusati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata per aver smaltito illecitamente all'interno dell'impianto di depurazione di Giardini Naxos una quantità indeterminata di reflui fognari, raccolti e trasportati con l'autocarro della “Edilnaxos Snc” scaricandoli nella cisterna e nel letto di emergenza presenti all'interno dell’impianto. Sgroi deve inoltre rispondere di corruzione per aver offerto ad Aymà l’utilità consistente nell'affidamento dell’incarico di progettista per la realizzazione di un residence a Giardini Naxos, al fine di ottenere l'asservimento delle qualità funzionali dello stesso. Infine Maccarrone è accusato di falso in quanto pur non avendo i requisiti per contrattare con la Pubblica Amministrazione, chiedeva ed otteneva da Aymà l'incarico allo svolgimento di lavori di manutenzione formalmente affidati ad un’altra società.