Giovedì 26 Dicembre 2024
Ordinanze del gip. Individuato un possibile movente per l'uccisione di Scipilliti


Caminiti e Ceccio in carcere per omicidio: si indaga su chat e incontri a pagamento

di Redazione | 28/01/2017 | CRONACA

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I due accusati e l'auto che sarebbe stata utilizzata per il delitto

É stato convalidato questa mattina il fermo di Fortunata Caminiti, la 47enne di Mandanici accusata dell’omicidio di Roberto Scipilliti, il vigile del fuoco di Roccalumera ucciso il 5 gennaio e trovato cadavere il 14 nelle campagne di Rina Superiore, frazione di Savoca. Il gip Eugenio Fiorentino del Tribunale di Messina ha confermato il provvedimento di fermo di indiziato per i reati di omicidio, occultamento di cadavere e porto illegale di armi da fuoco emesso mercoledì pomeriggio e su richiesta del sostituto procuratore Antonella Fradà ha firmato due ordinanze di custodia cautelare in carcere per la donna, che è stata trasferita nella casa circondariale di Catania Piazza Lanza subito dopo essere stata dimessa dall’ospedale di Taormina, dove si trovava ricoverata per una pancreatite, e per il compagno Fabrizio Ceccio, 44enne di Pagliara, accusato degli stessi reati perchè secondo gli inquirenti ha agito in concorso con la Caminiti. Il provvedimento nei confronti di Ceccio è stato notificato nel carcere di Messina Gazzi, dove l'uomo si trova già detenuto dal 14 gennaio dopo essere stato bloccato dai carabinieri della Compagnia Messina Sud perché ricercato da nove mesi in quanto colpito da ordinanza di custodia cautelare per associazione per delinquere finalizzata alle truffe, al riciclaggio ed alla ricettazione emessa nell'ambito dell'operazione "Clone" del 2014. Fortunata Caminiti giovedì pomeriggio era comparsa davanti al gip Fiorentino, assistita dal suo avvocato Salvatore Silvestro, ma si era avvalsa della facoltà di non rispondere.

I dettagli dell'omicidio. Il provvedimento, richiesto dalla Procura ed emesso in sede di convalida del fermo, ripercorre la ricostruzione fatta dagli inquirenti in merito a tutte le fasi dell’efferato delitto, avvallando in pieno i gravi elementi di reità raccolti nei confronti di entrambi gli indagati e la coppia ha pianificato e preparato l’esecuzione di Scipilliti noleggiando con documenti falsi, il giorno precedente, la Fiat Panda gialla, procurandosi la necessaria disponibilità di armi idonee, concordando un incontro al fine di attirarlo in trappola e giustiziandolo con un colpo di pistola alla nuca, mentre si trovava ancora sul veicolo, da dietro e verosimilmente in modo improvviso, senza dare modo alla vittima di realizzare quanto stava accadendo. L’ordinanza richiama anche una prova acquisita proprio la sera in cui è stato eseguito il fermo della donna, durante la contestuale perquisizione domiciliare effettuata dai carabinieri all’interno dell’abitazione che, come è emerso dall’indagine, i due risultano aver occupato negli ultimi mesi di latitanza di Ceccio e alla quale, insieme, hanno fatto ritorno la sera del giorno del delitto: uno dei cellulari in uso alla coppia , quello da cui è stata effettuata l’ultima telefonata al vigile del fuoco di Roccalumera, probabilmente per confermare l’appuntamento, presentava evidenti tracce di sangue sullo schermo. Senza dubbio, infatti, quando è stato tirato fuori dalla Panda e gettato nel fosso in cui è stato ritrovato, il cadavere di Scipilliti ha perso molto sangue, tanto da rendere inevitabile, per i suoi assassini, di sporcarsi le mani e i vestiti.

Indagini e possibili moventi. Per fare piena luce sulle motivazioni che hanno spinto i due complici a compiere un’azione tanto spietata e brutale, gli inquirenti stanno vagliando e passando sotto la lente di ingrandimento diverse strade e, al momento, non c’è un’ipotesi investigativa privilegiata, per cui nulla si può ancora escludere. Se da una parte appare verosimile che quanto accaduto possa essere maturato negli ambienti degli interessi illeciti che accomunavano i due assassini e la loro vittima, dall’altra stanno emergendo contorni e dettagli che potrebbero portare a ricondurre l’omicidio non più a quello delle truffe, ma a tutt’altro tipo di ambienti: in particolare, anche se è ancora presto per ipotizzare una vera e propria connessione con il delitto, l’ambiente che sembra in qualche modo poter entrare in scena è quello delle chat erotiche e degli appuntamenti a pagamento. Il lavoro di Procura e carabinieri continuerà ad essere incessante e frenetico: sono ancora tanti, infatti, i reperti dai quali gli accertamenti tecnici degli specialisti del Ris potranno far emergere ulteriori conferme. E grazie ai quali sarà possibile effettuare una sempre più precisa ricostruzione della dinamica dell’azione delittuosa, accertando se, come appare oggi più probabile, sia stata effettivamente la donna a premere materialmente il grilletto.

Più informazioni: morte scipilliti  


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