Coronavirus, morto all’ospedale di Taormina un 63enne di Giardini Naxos risultato positivo
di Redazione | 10/11/2020 | CRONACA
di Redazione | 10/11/2020 | CRONACA
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Nulla da fare all'arrivo in ospedale
Un uomo di 63 anni di Giardini Naxos, risultato positivo al Covid-19, è morto questa notte dopo esser giunto all’ospedale “San Vincenzo” di Taormina. La vittima aveva accusato un peggioramento delle sue condizioni di salute e si è recato autonomamente al nosocomio di contrada Sirina, dove però appena arrivato è deceduto per una crisi respiratoria, senza che i medici avessero alcuna possibilità di intervenire per salvarlo. L’uomo pare soffrisse di problemi cardiaci che si sono aggravati a causa del virus, provocandogli un arresto cardio-circolatorio. Anche la moglie è risultata positiva al tampone. Si tratta della seconda vittima dall’inizio della pandemia a Giardini Naxos, dopo l’anziana deceduta il 25 marzo. Intanto si registra la denuncia di un medico del 118 di Taormina, che ha segnalato quello che ha definito un gravissimo episodio che ha interessato il suo equipaggio, avvenuto nei giorni scorsi e non legato alla morte del 63enne. “Alle 23 circa siamo stati chiamati a Giardini Naxos per un paziente con difficoltà respiratorie - esordisce - giunti sul posto ‘imbardati’ come da protocollo, dopo aver accertato le condizioni di salute del paziente ed alla luce della dichiarata positività al Covid della figlia, non disponendo del kit del tampone rapido, decidevo dopo aver consultato il 118 di Messina di trasferire il paziente al pronto soccorso Covid di Acireale. Giunti lì, veniva eseguito il tampone rapido al paziente che risultava essere anch’esso positivo. Il medico del nosocomio di Acireale mi informava della mancanza di posti letto già comunicata al 118 e che io sconoscevo e alla inaspettata notizia della mancanza di posti letto, consultavo nuovamente il 118 di Messina, che mi informava dell’assenza di posti letto Covid sia a Messina che a Catania tramite il medico di centrale. Infine dopo lunga attesa vana ad Acireale, decidevo di trasferire il paziente al Cannizzaro - prosegue il medico - e al pronto soccorso venivo informato della mancanza di posti letto e di barelle. A differenza di Acireale, il pronto soccorso del Cannizzaro prendeva in carico il paziente pur se con la nostra barella. Siamo rimasti ad attendere la barella sino alle 6.30 di mattina. Chiedo alle istituzioni di essere compatte e di chiedere urgentemente essenziali protocolli - evidenzia il medico - ogni ambulanza ad ogni intervento presunto o accertato Covid dovrebbe essere informata sulla disponibilità dei posti letto sul territorio, avere la possibilità di poter eseguire tamponi rapidi con giusta remunerazione. L’episodio di quella notte non è e non sarà un fatto eccezionale né unico, occorre pertanto, a mio avviso, provvedere ad una mappatura continuamente aggiornata dei posti letto disponibili sì da evitare lunghe attese delle ambulanze fuori dal pronto soccorso, con l’aggravio oltretutto di non essere disponibili per altre emergenze”.