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“Cricca degli incidenti”, il Riesame: "Cinque imputati devono tornare ai domiciliari"
di Andrea Rifatto | 13/07/2022 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 13/07/2022 | CRONACA
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Incidenti e ripristino strade al centro del processo
Devono tornare agli arresti domiciliari cinque degli undici imputati del processo sulla cricca degli incidenti, che vede alla sbarra undici persone accusate di far parte di una compagine criminale dedita alla corruzione nel settore degli appalti per il ripristino delle strade della zona jonica, dopo gli incidenti nei quali si verificavano sversamenti di liquidi e detriti oppure danni alla sede stradale o alle infrastrutture. È quanto ha deciso il Tribunale del Riesame di Messina accogliendo l’appello del pubblico ministero Rosanna Casabona, presentato dopo la decisione del gup Simona Finocchiaro che il 28 febbraio, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato tutti a giudizio e revocando gli arresti e disponendo alcune misure interdittive in sostituzione. Adesso il collegio del Riesame, presieduto da Massimiliano Micali e con giudici Letteria Silipigni (estensore) e Giuseppe Miraglia, ha stabilito che devono tornare ai domiciliari Antonino Triolo, ex comandante della Polizia metropolitana di Messina; Alessandro Molteni, ex comandante della Polizia locale di Letojanni; Santo Triglia, ispettore in servizio alla Polizia locale di Letojanni, Antonino Navarria, amministratore della "Sos Strade Srl” e Andrea Lo Conti, titolare della ditta “La Car” di Santa Teresa di Riva. Inoltre è stato stabilito di ripristinare l’obbligo di firma davanti ai Carabinieri per Elisa Molteni, figlia del comandante e per Gaetana Cardile, moglie di Triglia. L'ordinanza non è esecutiva e rimane sospesa sino al momento in cui diventerà definitiva. Gli avvocati difensori si rivolgeranno adesso alla Cassazione entro dieci giorni presentando ricorso contro l’ordinanza del Tribunale del Riesame: dunque in attesa dell’esito gli imputati rimangono tutti in libertà. Per Triolo, Molteni e Triglia il giudice aveva sostituito gli arresti con la misura cautelare della sospensione dall'esercizio della pubblica funzione per il periodo di otto mesi, con conseguente interdizione temporanea da tutte le attività inerenti il pubblico ufficio, a Lo Conti era stato vietato di ricoprire cariche direttive per otto mesi all’interno di società, mentre ad Elisa Molteni e Cardile era stato revocato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Secondo il collegio “il Gup ha inopinatamente sovrapposto la propria rinnovata valutazione di adeguatezza del trattamento cautelare, in assenza di elementi nuovi e sopravvenuti, al puntuale e logico apprezzamento condotto dal Gip e dal Tribunale del Riesame. Del resto, come acutamente osservato dal Pm, già il Tribunale del Riesame aveva stigmatizzato le dichiarazioni contraddittorie rese dagli indagati nel corso dei rispettivi interrogatori di garanzia allo scopo di contrastare le evidenti risultanze acquisite in seno alla articolata attività di indagine, contegno processuale che, seppur legittimo nell’ottica della salvaguardia del diritto di difesa, è ben lungi dal costituire un primo tassello di quella rielaborazione critica che il Gup ha ritenuto integrata a distanza di poco più di tre mesi dalla sottoposizione a misura cautelare. A ben vedere - dice ancora il Riesame - anche le ulteriori circostanze che le difese hanno valorizzato nel corso della discussione all’udienza camerale - scioglimento della società ‘El.Ta Cardine Gaetana e C. Snc’ successivamente all’emissione dell’ordinanza cautelare, risoluzione del rapporto di lavoro con collocamento a riposo dell’imputato Triolo Antonino con decorrenza dall’1 aprile 2022, sottoposizione ad amministrazione giudiziaria della ‘Sos Strade’ - sono del tutto inidonee a spiegare la benché minima efficacia affievolitrice o addirittura neutralizzatrice del giudizio di pregnanza cautelare rassegnato in fase genetica o già calibrato, in punto di adeguatezza del trattamento cautelare, quanto alle imputate Cardile Gaetana e Molteni Elisa, dal Tribunale della Libertà nell’ordinanza emessa ai sensi dell’articolo 309 cpp”. Dunque per il Riesame “la misura interdittiva applicata dal Gup si rivela del tutto inadeguata a scongiurare il pericolo, concreto ed attuale, che gli imputati possano, anche dall’esterno e pur non ricoprendo incarichi formali nella Pubblica Amministrazione o cariche in seno ad uffici direttivi di imprese, riprodurre l’ingegnoso schema corruttivo e fraudolento accertato nelle indagini, avvalendosi di co-interessenze illecite e mettendo così a frutto la propria comprovata esperienza maturata nel settore”. Ad assistere i cinque imputati sono gli avvocati Carmelo Scillia, Carmelo Vinci, Luigi Latino, Carmelo Peluso, Antonio Scordo e Salvatore Garufi.