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"Cricca degli incidenti", il Riesame revoca gli arresti domiciliari solo a due indagati
di Andrea Rifatto | 13/01/2022 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 13/01/2022 | CRONACA
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Istanze respinte per gli altri
Lasciano i domiciliari due dei sette arrestati lo scorso 9 dicembre dai Carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sulla “cricca degli incidenti”. Il Tribunale del Riesame, dopo il rigetto delle istanze da parte del Gip, ha infatti accolto parzialmente la richieste contro la misura custodiale presentata da uno dei legali difensori, l’avvocato Carmelo Scillia, nei confronti delle indagate Elisa Molteni, 25 anni e Gaetana Cardile, 47 anni: per loro il giudice ha disposto l’attenuazione del provvedimento cautelare, revocando i domiciliari e stabilendo l’obbligo di firma presso le Stazioni Carabinieri del territorio di competenza. La Procura della Repubblica di Messina contesta alle due indagate di essersi “prodigate consapevolmente a fare da prestanome ai loro familiari, per fare raggiungere loro la controprestazione per il loro interessamento, sotto forma di utili della società” e ciò le aveva portate ai domiciliari, ma adesso le accuse sono state evidentemente ritenute meno gravi dal Riesame, che ha deciso per la revoca degli arresti. Restano invece ai domiciliari gli altri quattro coinvolti, ossia Antonino Triolo, 63 anni, indagato quale comandante della Polizia metropolitana di Messina; Alessandro Molteni, 52 anni, quale comandante della Polizia locale di Letojanni e padre di Elisa; Santo Triglia, 57 anni, ispettore capo dei Vigili letojannesi e marito della Cardile; Antonino Navarria, 50 anni, amministratore della “Sos Strade Srl” di Mascalucia e Andrea Lo Conti, 40 anni, titolare della ditta “La Car” di Santa Teresa di Riva. Gli arresti sono stati disposti per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e contro il patrimonio e secondo il Gip sono state necessarie le misure cautelari in quanto “i pubblici ufficiali Molteni, Triolo e Triglia hanno asservito in modo stabile le loro funzioni pubbliche a finalità private, compromettendo la loro attività di pubblici funzionari e l’immagine dell’amministrazione cui erano preposti e la disinvoltura con la quale nel tempo gli indagati hanno commesso i reati, approfittando del ruolo ricoperto, e la professionalità acquisita nel tempo rendono oltremodo concreto il pericolo di reiterazione delittuosa, per cui solo una misura limitativa della libertà personale appare idonea a scongiurarlo. Analoghe considerazioni valgono per Navarria e Lo Conti - si legge nell’ordinanza di custodia - che in modo sistematico hanno raggiunto, con promesse, reali e altre utilità, i fini imprenditoriali preposti, certi di avere asserviti in modo stabile dei pubblici ufficiali che hanno fatto della funzione pubblica uno strumento per raggiungere i propri fini. Gli indagati, infatti, hanno potuto contare nel tempo su una rete di rapporti che ha consentito loro di perpetrate l’attività illecita, certi che i soggetti deputati ai controlli li avrebbero assecondati, essendo intranei alla compagine criminale la Cardile e di Elisa Molteni si sono prodigate consapevolmente a fare da prestanome ai loro familiari, per fare raggiungere loro la controprestazione per il loro interessamento, sotto forma di utili della società”.