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"Cricca degli incidenti", la Procura chiude l'inchiesta: 11 indagati per lavori e tangenti
di Andrea Rifatto | 18/01/2022 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 18/01/2022 | CRONACA
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Incidenti e ripristino strade al centro dell'indagine
È stata chiusa l’inchiesta sulla “cricca degli incidenti”, che lo scorso nove dicembre ha portato a sette arresti effettuati dai carabinieri del Comando provinciale di Messina. Il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Rosanna Casabona, ha notificato gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari ex articolo 415 c.p.p., dal quale emerge che il quadro probatorio non è mutato rispetto a quello costruito dalla Procura della Repubblica di Messina nei mesi scorsi, dopo le indagini dei carabinieri della Compagnia di Taormina, che ha contestato l’esistenza di una compagine criminale dedita alla corruzione nel settore degli appalti per il ripristino delle strade dopo gli incidenti nei quali si verificano sversamenti di liquidi e detriti oppure danni alla sede stradale o alle infrastrutture. Gli indagati sono undici: l’ex comandante della Polizia metropolitana di Messina, Antonino Triolo, 63 anni; l’ex comandante della Polizia locale di Letojanni, Alessandro Molteni, 52 anni; l’ispettore Santo Triglia, 57 anni, in servizio alla Polizia locale di Letojanni; Elisa Molteni, 25 anni, figlia del comandante; Gaetana Cardile, 47 anni, moglie di Triglia; Antonino Navarria, 50 anni, amministratore della "Sos Strade Srl" di Mascalucia; Andrea Lo Conti, 40 anni, titolare della ditta "La Car" di Santa Teresa di Riva. Indagati nell’ambito della stessa inchiesta, ma non sono stati destinatari di provvedimenti restrittivi, anche un dipendente dell’Ufficio tecnico del Comune di Santa Teresa di Riva, Antonello Cosentino, 64 anni e il figlio Filippo, 30 anni (il primo avrebbe rivelato al titolare della società indagata delle notizie riservate sulla gara in corso per la stipula della convenzione di ripristino e bonifica stradale a Santa Teresa, in cambio dell’assunzione in nero del figlio per circa un anno. E poi anche l’imprenditore Antonio Iantorno, 55enne di Torano Castello (Cosenza) e la società Sos Strade. I reati contestati, a vario titolo e con partecipazioni differenti al presunto accordo delittuoso, sono associazione per delinquere, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni amministrative, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e fraudolento danneggiamento dei beni assicurati. Ad assistere gli indagati sono gli avvocati Carmelo Scillia, Salvatore Garufi, Carmelo Vinci, Massimo Principato, Nicola Rendace, Paolo Spanti e Gaetana Ortisi. Adesso gli indagati hanno facoltà, entro venti giorni, di presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa alle investigazioni del difensore, chiedere al pubblico ministero il compimento di atti di indagine, nonché di presentarsi per rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio. Poi le accuse dovranno passare il vaglio dell’udienza preliminare per una prima valutazione sulla loro eventuale sussistenza.