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De Luca in Procura: “Ordito un complotto”. Chiesta la scarcerazione
di Andrea Rifatto | 11/11/2017 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 11/11/2017 | CRONACA
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De Luca al centro tra Micalizzi e Taormina
Un’ora e mezza di confronto davanti al Gip per chiarire la sua posizione dopo l’arresto per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale, che mercoledì l’ha portato ai domiciliari nell'ambito di una inchiesta che coinvolge complessivamente dieci persone legate alla Fenapi nazionale. Accompagnato dai sue legali difensori, gli avvocati Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi, Cateno De Luca si è presentato questa mattina al Tribunale di Messina per l’interrogatorio di garanzia dinanzi al giudice per le indagini preliminari Carmine De Rose e al pubblico ministero Antonio Carchietti, che ha coordinato le indagini, dopo l’assoluzione arrivata ieri nel processo sulle presunte speculazioni edilizie a Fiumedinisi ai tempi della sua sindacatura. Al termine dell'interrogatorio, durante il quale i difensori hanno presentato una corposa documentazione difensiva, è stata chiesta la revoca degli arresti domiciliari per De Luca, neo deputato regionale dell’Udc, ordinati il 3 novembre in quanto è stata rilevata "una spiccata personalità criminale con attuale e concreta pericolosità sociale" e anche per il fatto che fosse sotto processo per vari reati. Il gip De Francesco si è riservato 48 ore per decidere se revocarli o confermare la misura cautelare, All’uscita da Palazzo Piacentini a parlare è l’avvocato Taormina, che spiega subito come la linea che verrà seguita sarà quella dell’attacco. “Siamo vittime di un complotto e presto daremo conto all’opinione pubblica di cosa è successo dietro le quinte – esordisce – perchè non è normale che uno venga arrestato due giorni dopo essere stato eletto. Forse in Uganda forse farebbero meglio, ma in Italia certsmente no. Abbiamo una certezza su chi abbia architettato ciò ma fin quando non avremo depositato denunzie con nomi e cognomi non parliamo”. Secondo Taormina in merito alla contestazione di evasione fiscale non c’è nulla da smontare, “perché si tratta di una costruzione fatta dalla Pubblica Accusa, sviata dalle indagini di una Guardia di Finanza non proprio attenta e non pienamente consapevole, visto si è tratta di atti giuridici e di amministrazione esistenti, esistititi e che tuttora continuano ad esistere ai quali invece si è voluto dare, secondo interpretazioni che noi riteniamo cervellotiche, un significato criminale. Importante sottolineare – ha aggiunto il legale di De Luca – che queste stesse contestazioni sono state fatte dalla Procura negli anni precedenti e tutte sono state oggetto di archiviazione. Improvvisamente secondo un modus operandi discutibile sono tolte di mezzo le archiviazioni e si è ricominciato daccapo”. La frase contro i giornalisti. Prima di andare via, commento poco felice di Taormina nei confronti dei giornalisti dopo aver commentato l'operato della Procura: "Giudicate voi se è normale. Poi vi lamentate se vi danno le testate. Cercate di operare nell'interesse dei cittadini ogni tanto". Poco dopo è arrivata la risposta dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, con una nota del presidente Giulio Francese: "Una frase infelice e fuori luogo quella dell'avvocato Taormina, che non si capisce perché tiri in ballo l'episodio della testata inferta a un giornalista a Ostia. Bisognerebbe avere più rispetto per i cronisti e non alimentare con certe dichiarazioni un clima d'odio che poi rischia di degenerare in episodi violenti come è successo a Ostia. Per tornare a un clima più sereno ognuno deve fare il proprio lavoro nel rispetto di tutti. Basta allusioni e accuse gratuite".