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Deborah Pagano non è morta per cause naturali: il compagno rimane in carcere - VIDEO
di Redazione | 14/07/2022 | CRONACA
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Il sopralluogo dei Carabinieri nell'abitazione
Non è stata una morte naturale quella di Deborah Pagano, la 31enne di Letojanni deceduta venerdì sera nell’abitazione di Macchia di Giarre dove vive con il compagno, il 40enne giarrese Leonardo Fresta. È quanto affermano gli inquirenti, che hanno raccolto indicazioni tali da poter ragionevolmente escludere la causa naturale del decesso. Oggi il Gip Simona Ragazzi ha convalidato il fermo dell’uomo per il reato di omicidio volontario, emettendo un’ordinanza di custodia cautelare nel carcere di Piazza Lanza a Catania, dove Fresta si trova rinchiuso da domenica sera in quanto gravemente indiziato di essere l’autore del delitto della convivente, rinvenuta cadavere lo stesso giorno, all’interno dell’abitazione dove vivevano con la figlia minore, in quel frangente non presente in quanto affidata alla nonna materna a Letojanni per trascorrere il fine settimana. "Il quadro indiziario raccolto ha permesso di collocare la morte della donna nella serata di venerdì 8 luglio e di riscontrare una sequela di anomalie comportamentali da parte del compagno - scrive la Procura della Repubblica - le prime risultanze tecniche riconducibili agli accertamenti effettuati dal medico legale e dal personale della sezione investigazioni scientifiche dei Carabinieri hanno quindi indotto all’emissione del fermo". Ma cosa non torna nella morte di Deborah Catena Pagano? Diverse le anomalie che i Carabinieri hanno rilevato: lo stacco temporale di oltre un giorno e mezzo tra il momento della morte e quello in cui è stato dato avviso dallo stesso Fresta al 118, pur essendosi questi, a suo dire, immediatamente reso conto del decesso; le contraddittorie versioni rese al personale sanitario del 118 intervenuto sui luoghi, rispetto a quelle fornite nell’immediatezza dei fatti ai carabinieri, nonché rispetto a quelle rese in sede di interrogatorio; l’essere state rilevate sul corpo della vittima, da parte del medico legale, indicazioni tali da poter ragionevolmente escludere la causa naturale del decesso, in forza della presenza di numerose ecchimosi riscontrate in varie parti del corpo e della frattura dello sterno e di una costa; la presenza, rilevata mediante l’utilizzo del "Luminol", di diffuse tracce ematiche all’interno dell’abitazione anche in ambienti diversi dal bagno, nonché una generalizzata, ed ingiustificata per le circostanze, opera di pulizia dei luoghi; l’acquisizione di immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona e le dichiarazioni rese da conoscenti e parenti della famiglia della vittima. Ieri il medico legale Giuseppe Ragazzi ha eseguito l’autopsia sulla salma della 31enne e all'esame ha partecipato anche un perito nominato dalla famiglia, il medico legale Giovanni Crisafulli, mentre ad assistere i familiari della giovane è l'avvocato Angela Ruggeri. La salma, una volta liberata dall'autorità giudiziaria, verrà riconsegnata ai familiari per i funerali.