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Forza d'Agrò. Decadenza Di Cara, Bianca ricorre in Cassazione
di Andrea Rifatto | 15/12/2015 | CRONACA
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Nino Bianca e Fabio Di Cara: atto terzo
Arriva in Cassazione la querelle giudiziaria instaurata dall'ex capogruppo di minoranza di Forza d’Agrò, Nino Bianca, contro l’attuale sindaco Fabio Di Cara, finalizzata a farlo decadere dalla carica di primo cittadino per una presunta incompatibilità con il fratello Emanuele, capogruppo di maggioranza in Consiglio comunale. Il legale di Bianca, l’avv. Antonio Saitta, ha infatti depositato nei giorni scorsi presso la Corte d’appello di Messina il ricorso contro la sentenza di secondo grado emessa il 12 novembre dalla Prima sezione civile, presieduta da Elvira Platania, che aveva rigettato la richiesta di decadenza del primo cittadino discussa nell’udienza del 15 giugno scorso. Bianca sostiene sin dal primo grado come vi sia incompatibilità tra il capogruppo consiliare di maggioranza e il fratello sindaco, secondo quanto previsto dall’art. 12 comma 6 della Legge regionale 7/1992, come sostituito dall’art. 4 della L.r. 7/2011, secondo cui “non possono far parte della giunta il coniuge, gli ascendenti ed i discendenti, i parenti e gli affini sino al secondo grado, del sindaco, di altro componente della giunta e dei consiglieri comunali”. Secondo l’ex capogruppo si realizzerebbe una commistione di ruoli tra controllore e controllato, essendo il Consiglio comunale “chiamato ad assolvere un ruolo di indirizzo e di controllo politico amministrativo nei confronti degli organi di amministrazione attiva (sindaco e giunta)”. La Corte d’appello aveva invece rigettato il ricorso spiegando che l’art. 12, che precisa come "il sindaco eletto nomina la giunta", non può che far ritenere che la giunta intenda riferirsi esclusivamente agli assessori e non anche al sindaco e che dunque il comma 6 dell'art. 12 non possa che interpretarsi nel senso che “l'ipotesi d’incompatibilità riguardi esclusivamente la componente assessoriale della giunta”. Nel ricorso in Cassazione l’avv. Saitta ha nuovamente evidenziato come secondo quanto previsto dalla legge il sindaco Di Cara sia un componente della giunta e che si trovi in una situazione di incompatibilità con il fratello Emanuele, capogruppo consiliare di maggioranza. Il procedimento, trattandosi di materia elettorale, seguirà un percorso privilegiato: la Suprema Corte dovrà quindi fissare l’udienza entro sei mesi dalla data di deposito degli atti e poi pronunciarsi con la sentenza, che sarà definitiva. Entro l’estate, dunque, la vicenda giungerà al suo epilogo, che in caso di accoglimento delle tesi sostenute da Nino Bianca vedrà il sindaco di Forza d’Agrò decadere dalla sua carica. In caso contrario il primo cittadino forzese, a cui non è stato ancora notificato il ricorso, potrà proseguire nel suo mandato.