Mercoledì 15 Gennaio 2025
Contestate violazioni edilizie e sigilli dei carabinieri alla sala della struttura


Forza d’Agrò, sequestro al chiosco-bar gestito dal sindaco: indagata la moglie

di Andrea Rifatto | 21/08/2024 | CRONACA

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La struttura sottoposta a sequestro

«Per il chiosco di mia moglie ogni anno arrivano denunce, ne è stata fatta una sotto forma di interrogazione e l’altra anonima che cammina alla Procura della Repubblica. Finiamola con queste cose, facciamo lavorare chi ha voglia di farlo, l’economia di un paese è il lavoro, chi non conosce il lavoro non può dare un giudizio sul progresso del proprio paese. Io lavoro da quando ho 14 anni nell’attività commerciale di mio padre e oggi che ne ho 70 mi passo il tempo con l’attività commerciale che ho». Così diceva il 10 giugno il sindaco di Forza d’Agrò, Bruno Miliadò, appena rieletto per il secondo mandato, contestando agli avversari politici di essere mossi solo da odio nei suoi confronti. Sul chiosco della consorte in piazza Giovanni XXIII, realizzato nel 2017 davanti al municipio e collegato alla struttura ricettiva “Villa Souvenir”, gestito anche dal primo cittadino, le indagini effettivamente andavano avanti e proprio il mese prima, esattamente il 14 maggio, era stata accertata la sussistenza di reati. Adesso, alla vigilia di Ferragosto, i carabinieri della Stazione di Forza d’Agrò ai comandi del maresciallo maggiore Daniele Altadonna, hanno eseguito un sequestro preventivo mettendo i sigilli ad una struttura in legno adiacente il chiosco bar utilizzata come sala, notificando il provvedimento alla moglie del sindaco, titolare dell’esercizio, indagata per due capi d’accusa legati alla violazione del Testo unico dell’edilizia. Il decreto firmato dalla giudice per le indagini preliminari Arianna Raffa, su richiesta della Procura che ha coordinato le indagini con la pm Roberta La Speme, contesta alla moglie di Miliadò, nella qualità di titolare dell'attività commerciale “Hotel Souvenir”, di aver realizzato «in difformità al progetto presentato sul Portale Sismica Regione siciliana una struttura in legno chiusa lateralmente con alluminio e vetri, coperta con materiale plastico, collegata al chiosco» e la violazione di tre articoli della medesima normativa riguardanti la denuncia dei lavori e la presentazione dei progetti di costruzioni in zone sismiche, per aver realizzato la struttura «senza darne preventivo avviso all'Ufficio Genio civile di Messina e senza la preventiva autorizzazione scritta di tale Ufficio». 

La moglie del primo cittadino è assistita dagli avvocati Fabio Di Cara e Antonino Gazzara e contro il sequestro prevenivo è possibile presentare entro dieci giorni istanza di riesame, tanto che sarebbe già stata depositata una richiesta alla gip. Le attenzioni degli inquirenti sono concentrate da tempo sulla struttura realizzata nel 2021 come tettoia-ombraia e le contestazioni della Procura, mosse sulla base degli accertamenti svolti all’Ufficio tecnico comunale e al Genio civile, sono legati alla chiusura sui lati che secondo la legge deve avvenire con strutture facilmente amovibili, mentre nel caso del chiosco sarebbero state violate le normative in materia sismica che impongono anche la presentazione di calcoli statici. Già nel luglio 2021 il gruppo consiliare di minoranza aveva chiesto di visionare gli atti e le autorizzazioni per l’installazione della tettoia e dopo il sequestro penale non è escluso che possa tornare alla carica per pretendere spiegazioni dal sindaco Bruno Miliadò.


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