Furti e spaccio di droga, tre arrestati e sei indagati dopo incidente mortale a Giardini
di Redazione | 13/11/2022 | CRONACA
di Redazione | 13/11/2022 | CRONACA
2835 Lettori unici
La Procura di Catania ha delegato la Compagnia di Taormina
Le indagini sono partite dopo l’incidente stradale mortale verificatosi il 27 giugno 2020 a Giardini Naxos, nel quale ha perso la vita un giovane del posto, Giuseppe D’Amico, 19 anni, che viaggiava alla guida del suo scooter insieme alla fidanzata minorenne, rimasta gravemente ferita. E da lì è stata scoperta l’esistenza di una banda dedita ai furti in abitazione e allo spaccio di droga e si è arrivati adesso agli arresti di tre persone, mentre altre sei sono indagate. Su delega della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, infatti, i carabinieri della Compagnia di Taormina hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare personale degli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Catania, nei confronti di tre persone originarie di Piedimonte Etneo e Giarre, ritenute responsabili, a vario titolo, dei delitti di furto in abitazione aggravato, ricettazione e traffico di sostanze stupefacenti. Altre sei persone, sempre del comprensorio jonico etneo, sono indagate in stato di libertà per i medesimi reati e nei loro confronti è stato emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari e informazione di garanzia. Dopo l’incidente i militari dell’Arma avevano avviato alcuni approfondimenti investigativi, con il coordinamento della Procura distrettuale della Repubblica di Messina, al fine di ricostruire la dinamica del sinistro ed identificare con certezza chi fosse alla guida dell’autovettura. A conclusione delle indagini, nell’aprile dello scorso anno, era stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un giovane di Piedimonte Etneo, Antonino Caggegi detto Anthony, 28 anni, poiché ritenuto responsabile dei reati di omicidio stradale pluriaggravato, lesioni stradali pluriaggravate e calunnia e altre tre persone, che erano a bordo dell’autovettura coinvolta nell’incidente mortale, erano state indagate in stato di libertà per i reati di calunnia e favoreggiamento personale. Nel corso delle attività d’indagine, anche di natura tecnica, erano emersi elementi idonei ad integrare ulteriori condotte delittuose, ossia furti in abitazione e reati in materia di stupefacenti, poste in essere nei territori di alcuni paesi della provincia di Catania. Oltre Caggegi, gli arrestati sono Emanuele Leandro di 25 anni e Salvatore Coco di 40. Dunque sono partite ulteriori indagini disposte dalla Procura di Catania, all’esito delle quali, in particolare, era emersa la centralità della figura di Caggegi, attualmente ristretto in carcere a Caltagirone per omicidio stradale, quale punto di riferimento per i componenti di una piccola banda aggregatasi intorno a lui al fine di commettere furti in appartamento, detenere e smerciare sostanze stupefacenti di vario genere, non disdegnando il tentativo di recuperare armi da utilizzare con la specifica finalità. Le indagini hanno permesso di documentare in particolare un furto in abitazione che sarebbe stato commesso dai tre indagati, a Piedimonte Etneo, ai danni di una persona anziana del luogo, furto nel corso del quale i tre si sarebbero impossessati di una somma di denaro di oltre 50mila euro. Inoltre, nel corso delle perquisizioni domiciliari i carabinieri hanno rinvenuto altra refurtiva, che secondo l’ipotesi investigativa costituisce il provento di altri furti, durante i quali erano stati asportati banconote straniere da collezione, anelli, bracciali, collane orologi in oro e monili vari. L’analisi incrociata degli elementi probatori acquisiti ha consentito di definire il ruolo di ogni singolo indagato relativamente alle ipotesi delittuose ascritte. La banda agiva con un consolidato modus operandi scegliendo gli obiettivi da colpire a seguito di scrupolosi e ripetuti sopralluoghi. Uno di loro aveva il ruolo di autista, che rimaneva in zona al fine di garantire la repentina fuga agli altri componenti, che invece avevano un ruolo esecutivo nella commissione dell’illecito. Questi ultimi, con azioni molto rapide, operavano l’effrazione, entravano all’interno delle abitazioni, attraverso balconi, porte e finestre ed in alcuni casi anche utilizzando chiavi alterate, quindi giunti all’interno degli appartamenti li saccheggiavano, asportando ogni bene prezioso e di valore. Nel corso delle attività d’intercettazione sono stati documentati diversi episodi di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti di vario genere e in particolare è stato cristallizzato l’approvvigionamento, da parte degli indagati, di circa 500 grammi di cocaina e altri 200 di hashish.