Martedì 30 Aprile 2024
Nessuna colpa a carico di sindaci e tecnici per le violazioni ambientali contestate


Gestione del depuratore di Nizza, confermate in appello una condanna e sei assoluzioni

di Andrea Rifatto | 04/03/2024 | CRONACA

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Si chiude il filone minore del processo

Confermata in appello la sentenza di primo grado dell’1 marzo 2023 del processo penale sulle violazioni ambientali nella gestione del depuratore di Nizza di Sicilia, nel periodo compreso tra gennaio 2018 e febbraio 2019. Oggi la Corte presieduta dal giudice Francesco Tripodi (a latere Luana Lino e Carmine De Rose) ha confermato le sei assoluzioni per l’ex sindaco di Nizza Pietro Briguglio (2017-2022), gli ex sindaci di Alì Terme Giuseppe Marino (2013-2018) e Carlo Giaquinta (2018-2023), l’attuale sindaco di Fiumedinisi Giovanni De Luca e due funzionari dell'Ufficio tecnico del Comune di Nizza, il geometra Rosario Porto (oggi in pensione) e il perito industriale Umberto Valerini. L'unico condannato anche in secondo grado è Agatino Mantarro, titolare della ditta di Santa Teresa di Riva allora affidataria della gestione dell’impianto, a cui è stata inflitta una pena (sospesa) di tre mesi e dieci giorni di arresto per gestione non autorizzata di rifiuti per fatti risalenti al 22 maggio 2018, in quanto “realizzava una discarica abusiva di rifiuti speciali non pericolosi (fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue) lasciati in deposito temporaneo per un periodo superiore ad un anno e in quantità superiore a quella prevista dalla legge (47,1 metri cubi a fronte di un limite di 30 metri cubi) in violazione dei limiti temporali e quantitativi previsti” e perchè "realizzava una discarica abusiva di rifiuti speciali non pericolosi (vaglio) lasciati in deposito temporaneo per oltre un anno, in violazione dei limiti temporali”. A proporre appello erano stati la Procura e Mantarro, oggi condannato al pagamento delle spese processuali anche del secondo grado di giudizio. Tutti assolti perchè il fatto non sussiste gli altri imputati, compreso Mantarro, dalle accuse di getto pericoloso di cose e violazione del Testo unico ambientale per il superamento dei limiti dei valori inquinanti. I sette sono stati difesi dagli avvocati Massimo Brigandì, Giovanni Calamoneri, Antonio Scarcella, Carmelo Lombardo, Giovanni Mannuccia, Giovambattista Freni, Felice Di Bartolo e Giancarlo Padiglione.

La sentenza d’appello di oggi chiude il filone minore del processo per la gestione del depuratore fognario di Nizza, visto che il reato di omissione di atti d’ufficio (capo 11) a carico di sindaci e tecnici è stata contestata in un altro procedimento penale che giungerà a sentenza a breve, aperto dopo che la Corte d’appello di Messina ha accolto la richiesta di impugnazione della Procura contro il proscioglimento deciso in udienza preliminare per i reati di abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio. Nel dicembre 2020 è stata infatti ribaltata in parte la sentenza emessa il 27 febbraio dello stesso anno dal Gup Monica Marino relativamente alle assoluzioni parziali ed è arrivato il rinvio a giudizio per quanti erano stati prosciolti con la formula “perché il fatto non sussiste”. La Corte d’appello aveva invece confermato nel resto la sentenza del Gup, che aveva prosciolto dall’accusa di abuso d’ufficio (capi 7 e 8) i tecnici Porto e Valerini e il gestore dell’impianto, Agatino Mantarro, così come Valerini era stato assolto dal reato di getto pericoloso di cose e violazioni ambientali (capi 9 e 10). Dal secondo processo, in davanti al Tribunale in composizione collegiale, è rimasto fuori solo l’ex gestore dell’impianto, condannato nuovamente oggi per le violazioni ambientali.


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