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Il tragico incidente sulla Sp 12, archiviata l’inchiesta sulla morte di Francesco Savoca
di Andrea Rifatto | 05/11/2024 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 05/11/2024 | CRONACA
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La jeep precipitata e nel riquadro la vittima
Nessun responsabile penale per la morte di Francesco Corrado Savoca, il 38enne di Forza d’Agrò deceduto in un tragico incidente stradale avvenuto il 31 dicembre 2022 sulla Strada provinciale 12, che collega Sant’Alessio Siculo a Roccafiorita. Il Tribunale di Messina ha archiviato l’inchiesta per omicidio colposo aperta a carico di ignoti all’indomani del sinistro, avvenuto in contrada Brisi in territorio alessese, con un decreto firmato dalla giudice per le indagini preliminari Arianna Raffa, su richiesta del sostituto procuratore Francesca Bonanzinga, in quanto «non appaiono emergere estremi di reato non essendo rintracciabili soggetti responsabili del decesso del Savoca, il cui incidente è avvenuto autonomamente». Il giovane, residente nella frazione Scifì, quel giorno stava rientrando a casa al volante di un fuoristrada Mitsubishi, quando all’improvviso tra le 12.25 e le 12.35 si è schiantato sulla destra contro il vecchio parapetto in cemento non armato, alto 45 centimetri e largo 37, ed è precipitato da un ponte nel vallone sottostante, con il mezzo rimasto capovolto nel greto del corso d’acqua, dopo un salto di circa dieci metri, senza lasciare scampo al 38enne. L’autopsia ha stabilito che la causa del decesso sono stati i traumi causati dall’incidente e la Procura, delegando le indagini ai carabinieri della Stazione di Sant’Alessio Siculo, ha chiesto all’ente proprietario della strada, la Città metropolitana di Messina, chi fossero i funzionari responsabili della manutenzione e se vi fossero state in passato segnalazioni in merito al tratto di strada dove si è verificato il sinistro: accertamento che ha avuto esito negativo, in quanto gli inquirenti hanno comunicato che all’ex Provincia non risultano segnalazioni di incidenti pregressi nel tratto stradale e gli interventi di manutenzione hanno riguardato soltanto la sistemazione del piano viabile, su esplicita richiesta dei sindaci di Roccafiorita, Limina e Antillo. Alla luce di ciò il pm non ha ritenuto vi siano responsabilità imputabili a terze persone e dunque ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, accordata dal gip che ha disposto anche il dissequestro di quanto sequestrato quel giorno, compreso il muretto della Sp 12, da allora transennato e riconsegnato un mese fa alla Città metropolitana. Nessun accertamento, invece, è stato eseguito in merito ai requisiti prestazionali del vecchio parapetto, sbriciolatosi nell’impatto. I legali della famiglia Savoca, gli avvocati Massimo Brigandì e Filippo Brianni, hanno presentato una richiesta di risarcimento danni in sede civile nei confronti della Città metropolitana, ritenendo che l'indagine non abbia fornito certezze sulle ragioni per le quali Francesco Savoca sia finito contro quel muretto e che in ogni caso, anche se avesse avuto un malore alla guida, non è possibile che i parapetti non siano in grado di contenere un urto che, nel caso in esame, è stato senz’altro lieve visto che il mezzo proveniva da una curva che ha percorso interamente. Muretti di protezione, quelli della Sp 12 in quel punto, che secondo la difesa sono ormai fatiscenti e non in grado di proteggere alcunché, crollati in tanti altri punti come più volte segnalato dai Comuni e dalla stampa che da anni denunciano le pessime e pericolose condizioni di questa strada.