Insulti per l’autovelox alla Polizia locale di Sant'Alessio: 30enne davanti al giudice
di Andrea Rifatto | ieri | CRONACA
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Il giovane deve rispondere del reato di oltraggio
È comparso in Tribunale il giovane messinese che il 28 febbraio dello scorso anno ha insultato la Polizia locale di Sant’Alessio Siculo durante un controllo della velocità sulla Statale 114 con l’autovelox, accusandola di nascondere l’apparecchio per ingannare gli automobilisti. Salvatore Panarello, 30 anni, dopo la denuncia è finito indagato per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale «per avere offeso l’onore e il prestigio del pubblico ufficiale ispettore principale […] della Polizia locale, nell’esercizio delle sue funzioni - recita il capo d’accusa - in pubblica via ed alla presenza di più persone, rivolgendo all’indirizzo dello stesso frasi ingiuriose quali “cretino, pezzo di m…”, minacciando di buttare in terra l’apparecchio autovelox posizionato dalla parte offesa in esecuzione del suo servizio e riprendendo la scena con il proprio cellulare». Il pubblico ministero Anita Siliotti ha disposto la citazione diretta a giudizio e il giovane, difeso all’avvocato Antonio Cappadona, ha chiesto alla giudice Rosa Aliberto la messa alla prova: il procedimento è stato quindi sospeso e rinviato all’udienza del 12 febbraio per valutare il programma dell’Ufficio esecuzione penale esterna, finalizzato allo svolgimento di un lavoro di pubblica utilità in favore della collettività che può essere svolto presso istituzioni pubbliche, enti e organizzazioni di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato. Parti civili sono l’ispettore di Polizia locale e il Comune di Sant’Alessio Siculo, entrambi difesi dall’avvocato Massimo Brigandì, che si è costituito per l’ente nell’udienza predibattimentale ricostruendo i fatti ed evidenziando come oltre all’operatore di Polizia locale “sia derivato un vulnus, in termini di danno risarcibile, anche all’immagine del Comune, danno direttamente connesso all'esercizio della funzione istituzionale dell'ispettore di polizia locale gravemente lesa dalla condotta dell’imputato, che si riverbera sull'immagine dell'Ente in termini di minor credibilità, prestigio e diminuzione di potenzialità operativa per effetto della divulgazione del video sui canali social ed esposizione al pubblico ludibrio della funzione legittimamente svolta nell'occorso dall'ispettore. In particolare - aggiunge il legale nell'atto - si evidenzia che il video riprende l'auto di servizio della Polizia municipale di Sant'Alessio Siculo con impresso il logo dell'Ente comunale e inoltre diversi commenti social hanno come destinatari sia il sindaco che il Comune”. “Esprimiamo soddisfazione per l’esito dell’udienza - ha commentato l’avvocato Brigandì - anche in merito alla scelta dell’imputato di optare per la messa alla prova che gli consentirà, a seguito del percorso riparatorio, di uscire indenne dal circuito penale, ma che presuppone la sua piena e incontestata responsabilità. Soddisfatti anche per l’ammissione delle due costituzioni di parte civile dell’ispettore e del Comune, per la negativa ricaduta sull’immagine dell’ente a seguito della deprecabile diffusione del video oltraggioso sui canali social, che ha certamente procurato un grave nocumento in termini di danno risarcibile”.