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La morte di Deborah Pagano, la super perizia svela le cause: ecco come è stata uccisa
di Andrea Rifatto | oggi | CRONACA
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La vittima aveva 31 anni
«In definitiva e conclusivamente lo studio analitico degli atti disponibili orienta questo Collegio a ritenere che la signora Pagano è deceduta per “asfissia acuta meccanica”: gli esami tossicologici e anatomopatologici hanno escluso sia l’annegamento che l’overdose da cocaina come cause del decesso e la dinamica violenta, con lesioni compatibili con una colluttazione, supporta l’ipotesi di un omicidio mediante un metodo combinato di soffocamento e compressione toracica». Sono le conclusioni della super perizia affidata lo scorso settembre dalla Corte d’assise di Catania a quattro consulenti per accertare le cause del decesso di Catena Pagano, conosciuta come Deborah, la 31enne di Letojanni deceduta l’8 luglio 2022 a Giarre dove viveva con il compagno, il 42enne giarrese Leonardo Fresta, sotto processo con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere per futili motivi riconducibili “a divergenze relazionali e a non meglio specificate ragioni di gelosia”. La relazione della perizia collegiale redatta dai professori Paolo Procaccianti e Gaetano Pietro Bulfamante e dai dottori Marco Magnano e Lucio Di Mauro è stata depositata in vista dell’udienza di ieri per l’esame dei periti, rinviata però al 18 marzo. Un documento di 160 pagine che potrebbe rappresentare la svolta per il dibattimento e mettere un punto fermo, visto che gli esperti nominati dalla difesa dell’imputato sostenevano che il decesso fosse legato ad una intossicazione acuta da cocaina, mentre per quelli della Procura la causa della morte è stata un’asfissia meccanica da annegamento. «La signora Pagano è deceduta a causa di asfissia acuta meccanica, confermata dalla presenza di edema polmonare acuto massivo, rottura di multiple pareti alveolari e stravaso ematico all’interno delle cavità alveolari - scrivono nelle conclusioni i quattro esperti - diagnosi che differisce da altre condizioni, come edema polmonare acuto da abuso di cocaina o congestione ematica polmonare cronica». Escluse altre cause come overdose da cocaina, annegamento e patologie preesistenti. «La signora Pagano ha subito traumi significativi riconducibili a una colluttazione avvenuta poco prima della morte - emerge dallo studio specialistico - caratterizzata da traumi al viso, traumi toracici e lussazione mandibolare: la distribuzione delle lesioni, l’assenza di lesività esterna in corrispondenza dello sterno e il rigurgito alimentare peri-mortem suggeriscono un’aggressione effettuata con l’ausilio di un mezzo morbido (es. cuscino o altro) e di una compressione diretta sul torace». Dunque per i quattro consulenti della Corte d’assise di Catania «gli elementi raccolti indicano che la vittima è stata immobilizzata e aggredita mentre si trovava probabilmente a letto, è plausibile che l’aggressore, di corporatura e forza superiori alla vittima, abbia esercitato una compressione toracica con il peso del proprio corpo e un soffocamento meccanico mediante un mezzo morbido che ostruiva le vie aeree (bocca e naso), impedendo la respirazione. Le lesioni riscontrate sul corpo della vittima, in particolare gli ematomi e le soffusioni eritrocitarie - si legge ancora - indicano che sono avvenute in condizioni vitali e l’assenza di segni di difesa classici (es. escoriazioni da unghiature) potrebbe essere spiegata dalla breve distanza tra vittima e aggressore e dall’utilizzo di un mezzo morbido che non ha lasciato lesioni esterne evidenti».