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Letojanni si ferma per l’ultimo saluto a Deborah:
"Vogliamo verità e giustizia" - VIDEO
di Redazione | 15/07/2022 | CRONACA
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Le esequie nella chiesa di San Giuseppe
Il paese si è fermato, con le saracinesche abbassate, le vetrine oscurate, le bandiere a mezz’asta, ammutolito da una morte per la quale è difficile trovare le parole giuste per commentarla. Per Letojanni è stata una giornata triste, colma di dolore, per l’ultimo saluto a Deborah Pagano, una cittadina strappata via alla vita nel fiore degli anni. La chiesa di San Giuseppe non ha potuto contenere la moltitudine di persone che hanno partecipato ai funerali, celebrati dal parrocco don Francesco Giacobbe, e tanti sono rimasti fuori, sul sagrato e in strada, a versare lacrime per la 31enne morta venerdì scorso a Macchia di Giarre. Una vittima di femminicidio, molto probabilmente, un’altra che si aggiunge al triste elenco. In prima fila in chiesa la mamma Dora, la sorella Ivana, il fratello Giuseppe, i sindaci di Letojanni e Giarre, Alessandro Costa e Leonardo Cantarella, che hanno accolto il feretro all’arrivo su via Vittorio Emanuele, accompagnato da una folla di amiche e amici che indossavano magliette bianche con le scritte “Debora vive in noi”, “Nei nostri cuori per sempre, con la foto della 31enne, stampata anche su cartelloni e striscioni, poste sotto l’altare con una rosa e un paio di scarpe di colore rosso, simbolo delle donne uccise da una mano assassina. “Non ci siamo mai conosciuti personalmente, forse incontrati per strada a Letojanni - ha detto padre Francesco nella sua omelia-lettera - ma ho sentito e letto tante parole su di te che mi permettono di capire chi sei stata: ‘Era una ragazza speciale’, ‘Aveva sempre il sorriso sulle labbra’, ‘Sognava qualcosa di grande per la sua vita’. Una vita che ti é stata tolta crudelmente, non da una malattia o da un incidente stradale, ma dalle mani di qualcuno che la vita non l'ha mai amata. Tutti noi siamo accomunati da una espressione: ‘non ci sono parole per quello che é successo’, nessuna parola riuscirebbe a dare un significato a tutto ciò. Ma forse c'é una espressione che accomuna tutti noi - ha proseguito il sacerdote - non accada mai più, non ci siano più altre situazioni del genere. Questo episodio ha scosso la nostra comunità, il Vangelo ci insegna che la dignità di ogni persona é sacra, nessuno può calpestarla. Non tollerare mai alcuna forma di violenza fisica o psicologica. Se ricevi violenza parlane, confrontati, denuncia, non illuderti che il silenzio possa far migliorare le cose. Chi ti ama veramente non ti picchia, non ti umilia, non ti usa. Oggi davanti a questo Altare c'é Deborah, domani potrebbe esserci un'altra persona - ha concluso il parroco - rialzati sempre Letojanni e cammina affinché non accada ma più, oggi si eleva un grido forte: vogliamo giustizia per Deborah”. “Dobbiamo cercare la verità per rispetto di Deborah - ha detto il sindaco Costa al termine della cerimonia - e di tutte le donne morte in queste circostanze. Dobbiamo collaborare, parlare, il lavoro eccezionale delle Forze dell’ordine, in questo caso i Carabinieri, probabilmente non basta, queste tragedie avvengono solamente per l’omertà, vanno evitate. Deborah ci lascia tanti insegnamenti, una giovane mamma che perde la vita in maniera così tragica non possiamo accettarlo - ha proseguito - adesso deve vivere in ognuno di noi con la collaborazione con le Forze dell’ordine, perchè dobbiamo cercare la verità. Grazie a Deborah per quello che ha dato a noi tutti, alla sua famiglia, a quella splendida creatura che ci lascia, che sarà la ragione di vita di nonna Dora e di tutti quanti. Ma le chiediamo anche scusa per quello che non siamo riusciti a darle, anzi per quello che le abbiamo tolto. Ciao Deborah, a nome di tutta Letojanni, non ti dimenticheremo e lotteremo per la giustizia, perchè vivrà in noi solo accertando la verità, solo così le daremo giustizia”. All’uscita sono volati in cielo palloncini, sulle note delle canzoni amate dalla 31enne, con gli amici di Deborah Pagano che si sono stretti accanto alla figlioletta, consapevole che la mamma la guarda adesso da lassù. Poi un lungo corteo fino al cimitero cittadino, dove riposerà la salma.