Giovedì 30 Gennaio 2025
L’episodio in piazza durante i festeggiamenti per il patrono San Sebastiano


Limina, brandisce coltelli in piazza e aggredisce i carabinieri: arrestato un giovane

di Andrea Rifatto | oggi | CRONACA

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La zona dove si sono svolti i fatti

Chi si trovava in piazza ha vissuto momenti di terrore e dopo diversi minuti di alta tensione è stata riportata la calma, anche se con conseguenze non di poco conto. Sembrava una serata tranquilla quella di sabato a Limina, dove era in corso la degustazione di maccheroni alla vigilia della festa di San Sebastiano, patrono del paese. All’improvviso, nel piazzale antistante la chiesa, si è materializzato un giovane, a torso nudo e in pantaloncini, con in mano due coltelli da macellaio, lunghi ben 38 centimetri di cui 26 di lama. L’uomo è apparso in stato di agitazione e diversi cittadini, seppur spaventati, hanno tentato di calmarlo, così come i carabinieri della locale Stazione presenti sul posto, ma il giovane non ha desistito e la situazione è degenerata in pochi minuti, fin quando i militari dell’Arma sono riusciti ad immobilizzarlo e per lui è scattato l’arresto. 

A Gabriel Sebastian Avila Mendoza, nato in Venezuela, 21 anni, domiciliato a Limina, sono stati così contestati i reati di resistenza a pubblico ufficiale per essersi opposto con violenza spingendo e strattonando i carabinieri, colpendoli con calci e pugni a spalle, collo, fianchi e costole, lanciando verso di loro un vaso con una pianta di ulivo e tentando di impossessarsi della pistola; lesioni personali aggravate per aver opposto resistenza, procurando ai due militari traumi giudicati guaribili con prognosi di 15 e 25 giorni; porto di oggetti atti ad offendere per il possesso fuori dall’abitazione dei due coltelli senza giustificato motivo e autorizzazioni. In nottata è finito ai domiciliari e poi è comparso davanti alla giudice Alessandra Di Fresco del Tribunale di Messina, assistito d’ufficio dall’avvocato Giuseppe Romano, che ha convalidato l’arresto e imposto l’obbligo di firma quattro giorni la settimana, mentre il pubblico ministero aveva chiesto gli arresti domiciliari per il concreto e attuale pericolo di reiterazione dei reati. Un episodio che ha lasciato stupefatta la comunità liminese, non abituata a fatti del genere e dove la vita scorre tranquilla, alla vigilia della festa patronale che si è svolta senza ulteriori “sorprese”.


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