Martedì 16 Luglio 2024
Chiuse le indagini e chiesto il rinvio a giudizio: fissata l’udienza preliminare


L’omicidio di Pippo Catania a Furci Siculo: Gaetano Nucifora alla sbarra a luglio

di Andrea Rifatto | 08/06/2024 | CRONACA

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Nucifora (nel riquadro) si è costituito poco dopo il delitto

Le indagini sono chiuse e adesso ci sarà il primo vaglio processuale di confronto tra accusa e difesa. Salirà sul banco degli imputati tra un mese Gaetano Antonio Nucifora, il 58enne di Roccalumera accusato dell’omicidio dell’ex poliziotto Giuseppe Catania, ucciso il 2 ottobre scorso sul lungomare di Furci Siculo. La Procura della Repubblica di Messina, che ha coordinato le indagini condotte dalla Compagnia Carabinieri di Taormina con la sostituta procuratrice Roberta La Speme e l’aggiunto Vito Di Giorgio, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’operaio messinese, detenuto nella casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, accusato del reato di omicidio con l’aggravante di avere commesso il fatto con premeditazione e per motivi abbietti e futili. Il gup Salvatore Pugliese ha fissato l’udienza preliminare per il 5 luglio (ore 11) e ha notificato il provvedimento ai legali difensori dell’imputato, gli avvocati Giovanni Starrantino ed Emilia Cerchiara, e alle otto parti offese, i genitori, le due sorelle, la moglie e i tre figli di Catania, assistiti dall’avv. Antonio Scarcella. Il quadro accusatorio è stato riassunto nel capo di imputazione formulato dalla Procura, che contesta a Nucifora l’omicidio “perché, avendo appreso dalla moglie […] che quest'ultima aveva intrattenuto una relazione extraconiugale con Catania Giuseppe, cagionava la morte di quest’ultimo esplodendo al suo indirizzo cinque colpi con il fucile da caccia Bernardelli calibro 12 matricola 206237, di cui due lo attingevano alla testa, uno all’addome, uno all’inguine ed uno alla gamba destra”. 

Un movente passionale, dunque, come ammesso già quella sera dal 58enne messinese che si è costituito alla Stazione Carabinieri di Roccalumera. Pippo Catania, 63 anni, ex sovrintendente in servizio alla Squadra Mobile di Messina, è stato colpito a morte intorno alle 18.45 mentre si trovava sul marciapiede lato monte davanti largo Petroselli, al centro della cittadina jonica, con modalità efferate che hanno sconvolto la comunità. Mezz’ora dopo Gaetano Nucifora era già davanti ai carabinieri e poco dopo, durante l’interrogatorio con il pubblico ministero, ha ammesso la responsabilità dei fatti, spiegando le modalità del delitto e il movente, riferendo di aver appreso la sera prima dalla moglie che la stessa aveva avuto dal 2017 una relazione extraconiugale con Catania. “Per me era come un fratello tanto che gli ho fatto battezzare mia figlia, sono rimasto tutta la notte insonne a pensare a tale situazione - ha raccontato - non mi sono confidato con nessuno ma ho tenuto tutto dentro di me”. Fino ad “esplodere” quel pomeriggio, dopo aver visto l’ex poliziotto (con il quale non si frequentava da diversi anni) giocare a carte mentre passava in auto con la moglie sul lungomare di Furci Siculo, di ritorno da acquisti fatti a Santa Teresa di Riva. Una volta arrivato a casa ha imbracciato l’arma, si è messo al volante della sua Ford Fiesta rossa ed è tornato indietro, colpendolo a morte: “Puntavo il fucile verso di lui e gli dicevo che non mi sarei meritato che mi facesse ciò” la frase esclamata dal 58enne e riferita durante gli interrogatorio Poi gli spari. La moglie, sentita dagli investigatori, ha confermato di aver confessato al marito, presa dal rimorso, di averlo tradito circa sei anni addietro ma che la relazione era durata poco tempo.

Più informazioni: omicidio catania  


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