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L'omicidio di Pippo Catania a Furci Siculo: Gaetano Nucifora condannato a 15 anni
di Andrea Rifatto | 16/04/2025 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 16/04/2025 | CRONACA
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Il luogo dell'omicidio e l'operaio oggi condannato
L'accusa aveva chiesto l’ergastolo, ma la condanna decisa dai giudici è stata ben più lieve. È arrivata poco prima di mezzogiorno la sentenza sull’omicidio di Pippo Catania, l’ex poliziotto della Squadra mobile di Messina ucciso il 2 ottobre del 2023 sul lungomare di Furci Siculo. La Corte d'assise del Tribunale di Messina ha inflitto una condanna 15 anni di reclusione a Gaetano Antonio Nucifora, l’operaio di 59 anni Roccalumera imputato per l’assassinio commesso quella sera con cinque colpi esplosi con il fucile da caccia sul lungomare furcese, davanti largo Petroselli, all’indirizzo dell’ex amico. Nell’ultima udienza aveva preso la parola la sostituta procuratrice Roberta La Speme, chiedendo alla Corte d’assise presieduta da Massimiliano Micali di condannare l’imputato al fine pena mai, mentre i difensori di Nucifora, gli avvocati Giovanni Starrantino, Emilia Cerchiara e Alice Sturiale, avevano chiesto alla Corte di ritenere insussistenti le due aggravanti sostenendo come si sia trattato di un delitto d'impeto, di riconoscere le attenuanti generiche e di giudicare Nucifora con il rito abbreviato, che consente la riduzione di un terzo della pena. L’avvocato Antonio Scarcella, che rappresenta i familiari di Catania come parte civile, si era invece unito alla richiesta dell’accusa chiedendo di infliggere l'ergastolo al 59enne, ritenendo si sia trattato di un delitto premeditato che ha strappato ai suoi familiari l'ex poliziotto. La richiesta dei difensori è stata dunque accolta dalla Corte, che ha giudicato l’imputato con rito abbreviato facendo cadere le aggravanti della premeditazione e dei motivi abbietti e futili, arrivando così ad una condanna a 15 anni. Riconosciute provvisionali, ossia risarcimenti immediati, di 50mila euro alla moglie di Catania, 50mila euro ciascuno ai figli e 30mila alle sorelle. La Corte ha rimesso gli atti alla Procura per contestare a Gaetano Nucifora il porto abusivo dell'arma al di fuori dell'abitazione. «Come difensori siamo estremamente contenti di questo risultato - hanno commentato i legali Starrantino, Cerchiara e Sturiale al nostro giornale - perchè attribuisce al fatto la sua giusta dimensione. Abbiamo sostenuto sin dall’inizio l’inesistenza delle aggravanti e presenteremo appello perchè riteniamo che vadano concesse anche le attenuanti generiche, che non sono state prese in considerazione. Si è trattato di un delitto d'impeto, scaturito da un black out accusato dal Nucifora: nel momento in cui ha visto il Catania giocare a carte, è scattata in lui la chiusura delle lampade del cervello e si è recato è casa a prendere il fucile e lo ha ucciso. I giudici si sono convinti di questo stato emotivo accusato quel giorno dall’imputato, che ha perso la ragione nel momento in cui ha saputo del tradimento della moglie attuato anche all’interno della casa coniugale». Tanta delusione per la parte civile, che attende la motivazione della sentenza per comprendere meglio la decisione della Corte d’assise. Un omicidio che secondo l’accusa è legato ad un movente passionale: a spingere la mano assassina di Nucifora sarebbe stata infatti la scoperta, avvenuta la sera prima del delitto, che la moglie aveva intrattenuto una relazione extraconiugale con Pippo Catania. Così quel pomeriggio l’operaio, notando l’ex poliziotto sul lungomare di Furci Siculo, è arrivato a casa e accecato dalla gelosia ha preso il fucile da caccia Bernardelli calibro 12, tornando indietro ed esplodendo cinque colpi all’indirizzo della vittima, ex sovrintendente in servizio alla Squadra Mobile, colpita a morte intorno alle 18.45 mentre si trovava sul marciapiede lato monte. Mezz’ora dopo Gaetano Nucifora era già davanti ai carabinieri e in nottata, durante l’interrogatorio con il pubblico ministero, ha ammesso la responsabilità dei fatti, spiegando le modalità del delitto e il movente, riferendo di aver appreso dalla moglie che la stessa aveva avuto dal 2017 una relazione extraconiugale con la vittima. Così quel pomeriggio, dopo aver visto l’ex poliziotto (con il quale non si frequentava da diversi anni) giocare a carte mentre passava in auto con la moglie sul lungomare di Furci Siculo, appena arrivato a casa ha imbracciato l’arma, si è messo al volante della sua Ford Fiesta rossa ed è tornato indietro, colpendolo a morte.