Messina. Ucciso a calci e pugni: arrestato un 28enne - VIDEO
17/10/2015 | CRONACA
17/10/2015 | CRONACA
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Giovanni Raffone si trova rinchiuso nel carcere di Gazzi
È stato arrestato ieri sera uno dei presunti assassini che la notte del 29 luglio scorso colpirono a morte durante un pestaggio nei pressi della stazione ferroviaria di Messina un 35enne di origini marocchine, Mustafa Mandili. I carabinieri della stazione Arcivescovado hanno identificato il 28enne messinese Giovanni Raffone, ritenuto uno dei responsabili dell’omicidio insieme ad almeno altre tre persone. Secondo la ricostruzione dell’Arma, quella notte Mustafa avrebbe bevuto qualche bicchiere di troppo in un bar della zona, per poi infastidire la compagna di Raffone. Da lì sarebbe nato l’avvicinamento, l’inseguimento ed il massacro del 35enne con calci e pugni su tutto il corpo. Il “branco” non si fermò fin quando la vittima non rimase a terra inerme in una pozza di sangue. All’arrivo dei carabinieri i responsabili della brutale aggressione si erano già dileguati: l’uomo venne portato al Policlinico e sottoposto ad un intervento chirurgico, per poi essere trasferito al reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Piemonte di Messina, dove morì il 9 agosto senza essersi mai ripreso. Le indagini sono state con la raccolta di alcune testimonianze, tra cui quella della compagna della vittima, e pian piano il puzzle ha iniziato a prendere forma. Grazie alle riprese di diverse telecamere di videosorveglianza del Comune posizionate intorno al luogo dell’aggressione e alla ricostruzione degli investigatori dell’Arma è stato così possibile dare un nome ed un cognome a due degli aggressori: dopo l’arresto di Raffone, i militari sono ancora sulle tracce del complice, un rumeno, che si è reso irreperibile facendo forse ritorno in patria. Per il 28enne messinese, con alle spalle diversi precedenti penali, ieri sera si sono aperte le porte del carcere di Messina Gazzi, dove è stato portato in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio preterintenzionaleemessa dal gip del Tribunale di Messina, che ha concordato pienamente con le risultanze investigative dei carabinieri della stazione di Messina Arcivescovado.