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Morte di Giulian, affidato l'incarico per l’autopsia: si indaga per omicidio colposo
di Andrea Rifatto | 08/03/2021 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 08/03/2021 | CRONACA
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La Procura ha disposto oggi gli accertamenti
Perchè è morto il piccolo Giulian, cosa ha provocato un peggioramento delle sue condizioni? Ma soprattutto: poteva essere salvato se si fosse intervenuto diversamente? Sono alcune delle tante domande ancora senza risposta da due giorni. I primi interrogativi potrebbero essere chiariti già mercoledì. Questa mattina è stato infatti affidato l’incarico per eseguire l’autopsia sul corpicino del bimbo di poco meno di due anni di Savoca, morto sabato mattina al Policlinico di Messina. L’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Messina è stata affidata al sostituto procuratore Francesco Lo Gerfo, che oggi ha disposto l’esame autoptico, quale accertamento tecnico non ripetibile, al fine di valutare eventuali profili di colpa medica. La Procura sta procedendo per i reati di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario “per il decesso a Messina in ambulanza durante il tragitto verso l’ospedale Policlinico”, dopo la denuncia sporta alla Polizia dalla madre del piccolo, ma al momento non ci persone iscritte nel registro degli indagati. I genitori, parti offese, sono assistiti dagli avvocati Fabio Di Cara e Giovanni Caroè. L’autopsia si terrà mercoledì alle ore 17 al Policlinico e il magistrato ha incaricato il medico legale Giovanni Andó e il pediatra neonatologo Guglielmo Catalioto, mentre la famiglia ha scelto come consulente di parte il medico legale Giovanni Crisafulli. Gli esiti di tale accertamento consentiranno di capire quali siano state le cause del decesso e se vi siano stati ritardi oppure omissioni che possano essere stati determinanti per la tragica morte di Giulian, in quelle ore convulse tra il Pte-118 di Santa Teresa di Riva e il Pronto soccorso pediatrico del Policlinico “Gaetano Martino di Messina”. Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile. Nella seconda parte della denuncia sporta davanti agli agenti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura, la mamma ha raccontato che dopo essere stata al Pte-118 e poi dal pediatra, è tornata nuovamente alla postazione sanitaria di piazza Municipio “dopo circa 15 minuti dalla prima volta e rivolgendomi agli operatori sanitari chiedevo fermamente che mio figlio venisse portato tramite ambulanza in ospedale. Notavo che il medico a bordo dell’ambulanza appariva un po’ disorientato sul da farsi e osservavo che sia l’autista del mezzo che l’infermiere presente a bordo lo consigliavano di avviarsi e poi di studiare come intervenire. Partivamo così alla volta del Pronto soccorso di Messina - ha detto la donna - e io salivo a bordo con mio figlio Giulian e con detto personale. Il medico durante il tragitto, con non poche difficoltà, riusciva a somministrargli un farmaco iniettandoglielo ‘sottopelle’, così come suggeritogli dall’infermiere, questo avveniva solo dopo che aveva tentato di inserire una cannula per iniettargli il contenuto di una flebo senza riuscirvi. Medico e infermiere tentavano delle manovre per rianimare il bambino che nel frattempo aveva perso conoscenza. Il dottore immetteva aria con una maschera posta sul naso e sulla bocca collegata con una pompa manuale, mentre l’infermiere lo massaggiava sul petto”. All’arrivo al Policlinico, “mio figlio veniva preso in braccio dall’autista dell’ambulanza che lo consegnava al personale del Pronto soccorso pediatrico, il quale già attendeva il nostro arrivo”. Dopo circa 40 minuti i medici comunicano che il piccolo purtroppo non ce l’ha fatta. La madre ha raccontato ai poliziotti che “la prima volta che sono andata alla postazione 118 di Santa Teresa di Riva mi hanno riferito che mio figlio poteva avere l’acetone, mi hanno fatto firmare un registro, penso fosse quello degli arrivi, ma senza rilasciarmi alcuna documentazione e/o certificazione. Mentre ero a bordo dell’ambulanza insieme a mio figlio, nessuno mi ha informata delle sue condizioni né mi ha rappresentato la gravità”. Ma lei stessa ha intuito, da alcuni segnali, che la situazione stava peggiorando. “A mio avviso - si conclude la denuncia - a bordo dell’ambulanza è mancato un primo soccorso”. Tutte circostanze che chiarirà l'inchiesta.