Oliveri. Fogna in mare, denunciati sindaco e funzionari comunali
di Redazione | 25/06/2015 | CRONACA
di Redazione | 25/06/2015 | CRONACA
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La condotta di scarico danneggiata
Reflui fognari scaricati in mare senza trattamento, a dieci metri dalla costa, e una contaminazione chimica dell’area che, per alcuni valori, è risultata stimabile in 70 volte superiore ai limiti massimi consentiti dalla legge. È la situazione trovata dagli agenti del Commissariato di Polizia di Stato di Patti, affiancati dal personale della Guardia Costiera-Delegazione di Spiaggia di Patti Marina, nel depuratore comunale di Oliveri, sottoposto a sequestro preventivo e affidato ad un custode giudiziale in esecuzione di un’ordinanza del Gip Ugo Molina su richiesta del sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Patti, Rosanna Casabona. Le indagini hanno permesso di accertare, tramite analisi chimico-biologiche eseguite in più circostanze dall’Arpa, che i reflui in uscita dall’impianto presentavano un livello batteriologico di “escherichia coli” superiore di oltre il doppio rispetto al limite legislativamente fissato, indicativo di “una non idonea efficienza del trattamento depurativo”, fonte di “evidente rischio” per “la salute dei bagnanti e dei pescatori dilettanti, specie nel periodo estivo”. Polizia e Guardia Costiera hanno accertato inoltre che l’effluente depurato non veniva sottoposto ad alcun trattamento di sterilizzazione per aggiunta di cloro, anche perché non si rintracciava alcuna scorta del reagente. Grazie ad ispezioni subacquee è stato scoperto che la condotta sottomarina del depuratore di Oliveri era rotta, con conseguente scarico del refluo sotto costa, ad appena 10 metri dalla battigia ed ad una batimetrica di 1 metro, in un punto collocato peraltro in corrispondenza della foce del torrente Elicona e cioè in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico. Ciò ha portato alla denuncia nei confronti del sindaco Michele Pino e dei funzionari responsabili pro-tempore dell’Ufficio Tecnico Comunale, susseguitisi dal 2014 a oggi, per i reati di omissione d’atti d’ufficio (continuato ed in concorso) e danneggiamento aggravato delle acque marine nonché per getto pericoloso di cose e plurime violazioni del Testo Unico Ambientale, del Codice della Navigazione e della normativa in materia di tutela delle zone sottoposte a vicolo paesaggistico. Gli accertamenti hanno permesso di acclarare inoltre come che l’amministrazione comunale di Oliveri fosse a conoscenza della situazione almeno dal febbraio 2008, omettendo di adottare gli atti necessari al ripristino della condotta: da quella data era stata infatti richiesta alla competente Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque un’apposita autorizzazione transitoria allo scarico “sotto costa” ma non erano stati poi prodotti all’ente regionale gli atti integrativi richiesti, così come non era mai stato curato il rituale rinnovo della scaduta autorizzazione allo scarico in mare e il rinnovo della concessione demaniale per l’occupazione con la condotta sottomarina.