Articoli correlati
Omicidio Canfora a Letojanni, il legale del 18enne: "Lui estraneo, è scappato spaventato"
di Redazione | 19/08/2022 | CRONACA
di Redazione | 19/08/2022 | CRONACA
5118 Lettori unici
Ieri il lungo interrogatorio in caserma
“Il mio assistito si è dichiarato estraneo ai fatti e ha detto di non conoscere l'uomo che è stato trovato morto nel suo appartamento a Letojanni, escludendo anche qualsiasi rapporto di qualsiasi tipo anche sessuale con la vittima". A dirlo è l'avvocato Giuseppe Marino, legale difensore di Feres Bayar, il ragazzo di 18 anni di nazionalità tunisina fermato questa notte dai carabinieri, dopo un lungo interrogatorio in caserma, con l'accusa di aver ucciso a coltellate Massimo Canfora, 56 anni, nella sua casa di via Nenzi a Letojanni. "Il giovane è un bravo ragazzo, lavora come cameriere in un locale a Letojanni e prima lavorava in un altro ristorante a Taormina sempre come cameriere - dice l'avvocato letojannese - è un lavoratore onesto e non ha mai fatto male a nessuno e non ha precedenti. Si trovava in quel palazzo perché è andato a trovare un altro ragazzo tunisino suo amico. È stato individuato come colpevole perché è scappato spaventato e ha riferito che sarebbe stata un'altra persona a colpire Canfora: lui ha sentito qualcosa ed è entrato nella stanza, avrebbe visto il sangue e si sarebbe appoggiato incautamente su alcuni oggetti, macchiandosi così i vestiti. Poi sarebbe fuggito in preda al panico. Siamo certi - conclude l'avvocato Marino - che la verità emergerà”. Il giovane adesso in carcere è stato notato da un testimone intorno alle 8 di ieri mattina correre con una fasciatura lungo via Nenzi verso via Millo, da dove ha raggiunto poi il lungomare fino a rientrare nella sua abitazione, situata lungo la strada per Gallodoro. Secondo gli inquirenti e il magistrato, Bayar ha ucciso a coltellate Canfora procurandosi una vistosa ferita di arma da taglio sulla mano ed è fuggito ancora sanguinante, inquadrato da alcune telecamere di videosorveglianza della zona, cambiandosi una volta giunto a casa per nascondere gli indumenti sporchi di sangue. Il provvedimento di fermo firmato dal sostituto procuratore Alessandro Liprino, che ha disposto la reclusione in carcere con l'accusa di omicidio aggravato, è in attesa della convalida da parte del Gip.