Giovedì 26 Dicembre 2024
Riflettori di Procura e Carabinieri concentrati su una famiglia e su una possibile faida


Omicidio di Riccardo Ravidà, tra i nove indagati anche un assessore di Fiumedinisi

di Andrea Rifatto | 25/10/2022 | CRONACA

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La vettura dove è stata ritrovata la vittima

Appartengono alla stessa famiglia gli indagati per l’omicidio di Riccardo Ravidà, l’allevatore di 34 anni ucciso la sera del 26 luglio in contrada Ferrera, in territorio di Alì, con tre colpi di fucile sparati mentre era al volante del suo fuoristrada, poi dato alle fiamme con il cadavere all’interno. È quanto emerge dalle indagini della Procura della Repubblica di Messina, condotte dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e l’aggiunto Giulia Falchi e affidate al Nucleo Investigativo dei Carabinieri. Tra i nove c’è anche un componente dell’Amministrazione comunale, l’assessore Giuseppe Crocetta, 44 anni, che detiene le deleghe a Viabilità rurale, Attività produttive, Agricoltura, Riserva Naturale; eletto consigliere con 80 voti, si è poi dimesso per entrare in giunta. Oltre lui hanno ricevuto l’avviso di garanzia per il reato di omicidio anche Carmelo Crocetta, Lorenzo Crocetta, Nunziato Crocetta, Gabriele Crocetta, Tindaro Crocetta, Pietro Crocetta, Andrea Crocetta e Rosario Nucita.

L’iscrizione nel registro degli indagati è avvenuta dopo il blitz scattato nelle scorse settimane a Fiumedinisi e dintorni da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Messina, che hanno effettuato perquisizioni e interrogatori sequestrando anche alcuni fucili da caccia consegnati al Ris per gli esami balistici di cui la Procura attende i risultati per capire se qualcuna di quelle armi abbia sparato contro Ravidà. Le indagini sono nella fase iniziale e ogni sospetto deve essere verificato e avvalorato da elementi chiari e attendibili, ma secondo le prime ipotesi degli inquirenti il movente del delitto potrebbe essere una vecchia faida familiare che ha spinto qualcuno a sparare per risolvere definitivamente la questione, pianificando l’agguato grazie alla conoscenza di abitudini e spostamenti della vittima, con un’esecuzione premeditata e la distruzione del cadavere e dell’auto per cancellare ogni traccia.

Più informazioni: omicidio ravidà  


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