Passerella Furci-Roccalumera, fissata l'udienza preliminare per 2 sindaci e 3 ex sindaci
di Andrea Rifatto | 07/10/2020 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 07/10/2020 | CRONACA
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La passerella nell'alveo del Pagliara
Si deciderà tra poco più di un mese se aprire un processo sulla mancata demolizione della passerella nel torrente Pagliara tra Furci Siculo e Roccalumera, che nei mesi scorsi ha portato all’emissione di cinque avvisi di garanzia a sindaci ed ex sindaci dei due comuni. Il Tribunale di Messina ha notificato oggi agli indagati l'avviso di fissazione dell'udienza preliminare, dopo la richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pubblico ministero Anna Maria Arena che coordina l’inchiesta. L'udienza si terrà il 24 novembre e davanti al Gup Monia De Francesco dovranno comparire gli attuali sindaci di Furci e Roccalumera, Matteo Francilia e Gaetano Argiroffi, due ex primi cittadini di Furci, Bruno Parisi (in carica dal 2008 al 2013) e Sebastiano Foti (dal 2013 al 2018) e l’ex sindaco di Roccalumera Giovanni Miasi (dal 2003 al 2013). Tutti sono indagati nella qualità di sindaci e in particolare di ufficiali di Governo per la Protezione civile, per fatti accertati a Roccalumera e Furci dal 15 maggio 2007 (data di scadenza dell’autorizzazione ai fini idraulici del Genio civile) a oggi. Varie le accuse contestate: la più grave è il rifiuto e omissione di atti d’ufficio perché “malgrado le ripetute intimazioni dell’Ufficio del Genio civile ad eliminare la bretella che attraversava l’alveo del torrente Pagliara, fatto che determinava pericolo per la pubblica incolumità, consentivano l’uso della bretella e non provvedevano a realizzare percorso alternativo malgrado la predisposizione di progetto preliminare per la realizzazione di strada alternativa all’attraversamento del torrente”; contestati poi i reati di deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, invasione di terreni o edifici e deturpamento e imbrattamento di cose altrui perché “occupavano e deviavano abusivamente l’alveo del torrente Pagliara, consentendo malgrado i provvedimenti con i quali l’Ufficio del Genio civile intimava la rimozione della passerella, l’attraversamento pedonale e a mezzo di autovetture del predetto torrente” e anche quello di crollo di costruzioni o altri disastri dolosi perché “attraverso le condotte di occupazione, deviazione dell’alveo del torrente Pagliara e di autorizzazione all’attraversamento pedonale e a mezzo di autovetture del predetto torrente mediante la bretella di collegamento realizzata nell’alveo, determinavano l’insorgenza del pericolo di inondazione dei terreni prospicienti il torrente nonché pericolo per l’incolumità di quanti ne facevano uso allorquando vi fossero precipitazioni atmosferiche, trattandosi di passerella che costituiva impedimento al deflusso regolare delle acque, pericolo aggravato dalla mancata rimozione dall’alveo di detriti e materiale da discarica, condotte dalle quali derivava invasione delle acque sulla sede stradale”. Francilia, Argiroffi, Parisi, Foti e Miasi sono difesi rispettivamente dagli avvocati Alfio Pennisi, Simona Arasi, Pietro Santoro, Antonio Scarcella ed Emilia Cerchiara. Parti offese sono l'Assessorato regionale Territorio e Ambiente e il Ministero dell'Ambiente. La passerella doveva essere abbattuta dopo la riapertura del ponte, avendo carattere provvisorio, tanto che nel 2009 il Genio civile emise l’ordinanza di demolizione. Ultimati i lavori di consolidamento del ponte, però, l’Anas propose ai due comuni di prenderla in gestione con l’obbligo di curarne la manutenzione: così il 18 dicembre 2013, nel corso di un tavolo tecnico all’Assessorato regionale delle Infrastrutture, i due sindaci si impegnarono alla corretta e puntuale manutenzione dell’opera, riaperta alla circolazione durante i mesi estivi, nel periodo 1 giugno-30 settembre, in quanto svolgeva una preziosa funzione di decongestionamento del traffico tra Furci e Roccalumera. Il Genio civile, però, ribadì più volte l’ordine di demolizione, soprattutto dopo il maltempo del 9 e 10 ottobre 2015 quando il torrente Pagliara esondò a Furci, in quanto l’opera creava un “tappo” al deflusso delle acque che metteva a rischio l’incolumità dei due centri abitati. Ma a parte l’estate 2016, quando i sindaci Foti e Argiroffi non si assunsero la responsabilità di riaprirla (“per non reiterare una inadempienza pregressa”, spiegarono) fino al 2019 la bretella è stata aperta al traffico veicolare (ancora oggi continua ad essere percorsa da pedoni e ciclisti, mentre sono stati installati dei dissuasori per bloccare i mezzi a due ruote) e nelle ordinanze sindacali congiunte di riapertura veniva specificato che “non vi è il rischio di precipitazioni piovose in grado di suscitare allarme e non appare certamente pericoloso o contro legge revocare l’ordinanza di chiusura, considerando che l’ordinanza del 2009 prevede espressamente la riapertura della passerella nel caso di comprovata urgenza data dal mutare delle condizioni di normalità nelle grandi arterie”. Quest’anno, invece, alla luce dell'inchiesta della Procura e degli avvisi di garanzia notificati ai sindaci, la bretella non è stata riaperta nei mesi estivi con ordinanze sindacali.