Venerdì 03 Maggio 2024
Chiuso il processo di primo grado sul mantenimento della struttura nel torrente Pagliara


Passerella non demolita tra Furci e Roccalumera, assolti due sindaci e un ex sindaco

di Redazione | 22/02/2022 | CRONACA

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Fino al 2019 la bretella è stata aperta al traffico

Tutti assolti perchè il fatto non sussiste. È il verdetto emesso oggi pomeriggio dal collegio della Prima Sezione penale del Tribunale di Messina (presidente Adriana Sciglio, a latere Arianna Raffa e Concetta Maccarrone) al termine del processo di primo grado sulla mancata demolizione della passerella nel torrente Pagliara tra Furci Siculo e Roccalumera, ordinata dal Genio civile nel 2009, che nella primavera del 2020 ha portato la Procura della Repubblica di Messina ad emettere cinque avvisi di garanzia firmati dal sostituto procuratore Anna Maria Arena a carico di amministratori attuali e passati dei due comuni, indagati nella qualità di sindaci e in particolare di ufficiali di Governo per la Protezione civile. Sul banco degli imputati, dopo l’udienza preliminare del dicembre 2020, erano finiti gli attuali sindaci di Furci e Roccalumera, Matteo Francilia e Gaetano Argiroffi e l’ex primo cittadino della cittadina furcese Sebastiano Foti (in carica dal 2013 al 2018), rinviati a giudizio per tre capi di imputazione, mentre era stato dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione dei reati nei confronti degli ex sindaci Giovanni Miasi di Roccalumera (dal 2003 al 2013) e Bruno Parisi di Furci (dal 2008 al 2013), poi prosciolti dalla Corte d’appello per non aver commesso il fatto, dopo aver appellato la sentenza del Gup. Oggi in udienza il pubblico ministero Giovannella Scaminaci, al termine della sua requisitoria, ha chiesto l’assoluzione di tutti gli imputati con la formula “perché il fatto non sussiste”, richiesta che è stata accolta poco dopo dal collegio che ha pronunciato una sentenza, che assolve così pienamente Francilia, Argiroffi e Foti. I tre sono stati difesi dagli avvocati Alfio Pennisi e Maria Teresa Palumbo, Carmelo Saitta e Antonio Scarcella, che a processo hanno ricostruito tutta la vicenda dimostrando l'estraneità dei loro assistiti alle condotte contestate dalla Procura.

I tre erano accusati dei reati di rifiuto e omissione di atti d’ufficio perché “malgrado le ripetute intimazioni del Genio civile ad eliminare la bretella che attraversava l’alveo del torrente Pagliara, fatto che determinava pericolo per la pubblica incolumità, ne consentivano l’uso e non provvedevano a realizzare percorso alternativo malgrado la predisposizione di progetto preliminare per la realizzazione di strada alternativa all’attraversamento del torrente”; deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, invasione di terreni o edifici e deturpamento e imbrattamento di cose altrui perché “occupavano e deviavano abusivamente l’alveo del torrente Pagliara, consentendo malgrado i provvedimenti con i quali il Genio civile intimava la rimozione della passerella, l’attraversamento pedonale e a mezzo di autovetture del torrente”; crollo di costruzioni o altri disastri dolosi perché “attraverso le condotte di occupazione, deviazione dell’alveo del Pagliara e di autorizzazione all’attraversamento pedonale e a mezzo di autovetture del torrente mediante la bretella di collegamento realizzata nell’alveo, determinavano l’insorgenza del pericolo di inondazione dei terreni prospicienti il torrente nonché pericolo per l’incolumità di quanti ne facevano uso allorquando vi fossero precipitazioni atmosferiche, trattandosi di passerella che costituiva impedimento al deflusso regolare delle acque, pericolo aggravato dalla mancata rimozione dall’alveo di detriti e materiale da discarica, condotte dalle quali derivava invasione delle acque sulla sede stradale”.

La passerella doveva essere abbattuta dopo la riapertura del ponte, avendo carattere provvisorio, tanto che nel 2009 il Genio civile emise l’ordinanza di demolizione. Ultimati i lavori di consolidamento del ponte, però, l’Anas propose ai due comuni di prenderla in gestione con l’obbligo di curarne la manutenzione: così il 18 dicembre 2013, nel corso di un tavolo tecnico all’Assessorato regionale delle Infrastrutture, i due sindaci si impegnarono alla corretta e puntuale manutenzione dell’opera, riaperta alla circolazione durante i mesi estivi, nel periodo 1 giugno-30 settembre, in quanto svolgeva una preziosa funzione di decongestionamento del traffico tra Furci e Roccalumera. Il Genio civile, però, ribadì più volte l’ordine di demolizione, soprattutto dopo il maltempo del 9 e 10 ottobre 2015 quando il torrente Pagliara esondò a Furci, in quanto l’opera creava un “tappo” al deflusso delle acque che metteva a rischio l’incolumità dei due centri abitati. Ma a parte l’estate 2016, quando i sindaci Foti e Argiroffi non si assunsero la responsabilità di riaprirla (“per non reiterare una inadempienza pregressa”, spiegarono) fino al 2019 la bretella è stata aperta al traffico veicolare e nelle ordinanze sindacali congiunte di riapertura veniva specificato che “non vi è il rischio di precipitazioni piovose in grado di suscitare allarme e non appare certamente pericoloso o contro legge revocare l’ordinanza di chiusura, considerando che l’ordinanza del 2009 prevede espressamente la riapertura della passerella nel caso di comprovata urgenza data dal mutare delle condizioni di normalità nelle grandi arterie”.

Più informazioni: passerella pagliara  


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