Paziente di Casalvecchio Siculo morì all'ospedale di Taormina, a processo cinque medici
di Andrea Rifatto | 20/12/2021 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 20/12/2021 | CRONACA
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L'ospedale di Taormina e nel riquadro Domenico Maimone
Ci sarà un processo sulla morte di Domenico Maimone, il cittadino di Casalvecchio Siculo deceduto nel 2018 all’ospedale “San Vincenzo” di Taormina dopo un intervento chirurgico. Il giudice dell’udienza preliminare Fabio Pagana ha infatti rinviato a giudizio cinque medici per accertare in dibattimento se via siano state responsabilità per la morte del 73enne, residente nella frazione casalvetina di Misitano. Il processo vedrà sul banco degli imputati Antonino Calarco, primario del reparto di Urologia, Rosario Domenico Famulari, Rosario Campo, Giacomo Contarino e Francesco Molino, medici urologi in servizio nello stesso reparto del “San Vincenzo”, accusati del reato di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario “perchè in cooperazione tra loro - recita il capo di imputazione - cagionavano per colpa consistita in imprudenza la morte di Maimone Domenico”. Il processo si aprirà il 15 aprile davanti la Seconda Sezione penale monocratica del Tribunale di Messina. Secondo la Procura della Repubblica, che ha formalizzato le accuse dopo le indagini svolte dai carabinieri della Compagnia di Taormina, i cinque “somministravano a Maimone, sottoposto il 19 febbraio 2019 ad intervento di resezione transuretrale di prostata a seguito del quale le condizioni cliniche urologiche del paziente, dopo riposizionamento del catetere vescicale, peggioravano con comparsa di ematuria, terapia con Urogol che determinava un ulteriore peggioramento del quadro clinico del Maimone (ipotensione marcata, cute pallida e fredda, pressione arteriosa 84/28) a fronte del quale i sanitari omettevano di sottoporlo immediatamente ad intervento di revisione endoscopica a scopo emostatico, così determinando il decesso del Maimone che si verificava in data 7 marzo 2018 per acuta insufficienza cardiocircolatoria connessa ad una condizione di shock ipovolemico”. Le parti offese sono la moglie e i tre figli dell’anziano, assistiti dagli avvocati Anna e Paola Scarcella, mentre l’Asp è stata individuata come responsabile civile ed è rappresentata dall’avvocato Nino Favazzo. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Salvatore Carrabba, Antonella Benveduti, Santino Garufi, Filippo Pagano, Carlo Lo Schiavo, Giuseppe Valentino e Tommaso Calderone. Dopo la morte di Domenico Maimone, i familiari avevano sporto denuncia ai carabinieri della Stazione di Sant’Alessio Siculo (competente sul territorio di Casalvecchio), ritenendo vi fossero delle possibili responsabilità da parte del personale medico nella scomparsa del 73enne e lamentando di non aver ricevuto spiegazioni su quanto fosse accaduto all’anziano, che aveva subito continue emorragie e perdite di sangue. Il sostituto procuratore Rosanna Casabona aveva quindi aperto un’inchiesta disponendo il sequestro della cartella clinica e l’esecuzione dell’autopsia, iscrivendo nel registro degli indagati parecchi medici alcuni dei quali sono stati poi prosciolti in fase di indagine.