Sabato 23 Novembre 2024
La Capitaneria di Porto ha rinvenuto i cosiddetti “cannizzi” per l'aggregazione dei pesci


Pesca illegale tra Alì Terme e Messina, sequestrati in mare 40 attrezzi non consentiti

di Redazione | 08/08/2024 | CRONACA

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Il battello e il materiale sequestrato

Nell’ambito dell’attività di polizia marittima e controllo della costa, questa mattina personale dipendente dalla Capitaneria di Porto di Messina, a bordo del battello veloce CP 734, ha proceduto al sequestro a carico di ignoti di oltre quaranta rami di palma (cosiddetti “cannizzi”) e accessori vari lungo il litorale che va da Capo Alì sino alle acque antistanti il comune di Messina. In gergo tecnico si parla di Fad, strumenti di aggregazione dei pesci, che poi vengono fissati al fondale tramite corpi morti e tenuti a galla da materiale plastico. Tali strumenti, non segnalati, costituiscono un ostacolo in mare e quindi un serio pericolo per la sicurezza della navigazione, potendo incattivirsi nell’elica delle imbarcazioni e pertanto creare potenziali sinistri o eventi dannosi. Una pratica, inoltre, che impatta negativamente sullo sforzo di pesca in quanto vengono utilizzati strumenti non consentiti che aggregando piccoli pelagici ne sfruttano eccessive quantità. Inoltre tali strumenti con i relativi accessori in plastica sono trasportati dalle correnti e concorrono purtroppo all’inquinamento marino. La Capitaneria di Porto raccomanda di attenersi sempre alle regole previste nello svolgimento dell’attività di pesca ed al rispetto dell’ambiente, consci che questa pratica di pesca non è consentita in quanto pericolosa per la navigazione e nociva per l’ambiente.  


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