Raddoppio ferroviario, sequestrati depositi di terre con arsenico della galleria Sciglio
di Andrea Rifatto | oggi | CRONACA
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I depositi di Alì Terme
Nuovo sequestro della Procura della Repubblica di Messina nell’ambito delle opere di realizzazione del raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo. A darne notizia è stato il Consorzio Messina-Catania Lotto Nord, che riunisce le imprese costruttrici Webuild e Pizzarotti, comunicando che sono stati sequestrati due depositi contenenti materiali di scavo. Si tratta del secondo intervento della magistratura, dopo i sigilli apposti l’8 novembre scorso ad una vasca di accumulo nel cantiere della galleria Sciglio a Nizza di Sicilia in occasione degli accertamenti eseguiti dopo l’esplosione del caso arsenico. Ad intervenire, anche questa volta, sono stati la sezione di polizia giudiziaria della Procura di Messina e l’Arpa, che hanno apposto i sigilli a due depositi temporanei di terre da scavo contenenti arsenico, che sarebbero quelli di Alì Terme e Contesse. Proprio per i siti di stoccaggio della cittadina termale a metà novembre il sindaco Tommaso Micalizzi ha presentato un esposto ai Carabinieri chiedendo un’indagine tempestiva per accertare eventuali responsabilità dei soggetti coinvolti nella gestione dei materiali stoccati e nella conduzione dei lavori e dunque il nuovo intervento della Procura potrebbe essere legato alla denuncia del primo cittadino. Il Consorzio si è espresso ieri per «confermare la correttezza delle procedure seguite per la gestione delle terre e rocce di scavo, secondo quanto previsto nel progetto approvato, in base al quale si stanno realizzando i lavori. In accordo con il committente Rfi, che con Italferr ha curato la progettazione definitiva e che ha redatto il piano di utilizzo delle terre, il Consorzio costruttore - sottolinea la nota - ha interrotto immediatamente le attività di scavo nella galleria Sciglio, dopo che le analisi effettuate da laboratori interni e indipendenti hanno evidenziato nelle terre di scavo, per fenomeni di origine naturale, presenza di concentrazioni del parametro arsenico oltre i limiti consentiti per il riutilizzo dei materiali come sotto-prodotto». Le imprese costruttrici evidenziano che «in modo proattivo e di concerto con Arpa hanno immediatamente effettuato ulteriori analisi di approfondimento su tutti i materiali di scavo stoccati in sicurezza nelle apposite aree e due di questi depositi in data odierna sono stati posti sotto sequestro dalla Procura di Messina, cui il Consorzio aveva comunicato la situazione, in attesa di ulteriori verifiche delle autorità. A seguito delle analisi effettuate, è stato comunque accertato che i livelli di arsenico riscontrati nei materiali non determinano in ogni caso la pericolosità degli stessi - viene sottolineato - che vengono qualificati e gestiti come rifiuti non pericolosi. Come più volte sottolineato, la presenza dei valori di concentrazione dell’arsenico nelle terre e rocce da scavo risulta una componente riconducibile alle caratteristiche morfologiche del terreno - conclude il Consorzio - e non connessa in alcun modo alle attività effettuate per la realizzazione del progetto ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo».