Martedì 04 Febbraio 2025
Sigilli della Procura in due siti di stoccaggio. Il Consorzio delle imprese si difende


Raddoppio ferroviario, sequestrati depositi di terre con arsenico della galleria Sciglio

di Andrea Rifatto | oggi | CRONACA

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I depositi di Alì Terme

Nuovo sequestro della Procura della Repubblica di Messina nell’ambito delle opere di realizzazione del raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo. A darne notizia è stato il Consorzio Messina-Catania Lotto Nord, che riunisce le imprese costruttrici Webuild e Pizzarotti, comunicando che sono stati sequestrati due depositi contenenti materiali di scavo. Si tratta del secondo intervento della magistratura, dopo i sigilli apposti l’8 novembre scorso ad una vasca di accumulo nel cantiere della galleria Sciglio a Nizza di Sicilia in occasione degli accertamenti eseguiti dopo l’esplosione del caso arsenico. Ad intervenire, anche questa volta, sono stati la sezione di polizia giudiziaria della Procura di Messina e l’Arpa, che hanno apposto i sigilli a due depositi temporanei di terre da scavo contenenti arsenico, che sarebbero quelli di Alì Terme e Contesse. Proprio per i siti di stoccaggio della cittadina termale a metà novembre il sindaco Tommaso Micalizzi ha presentato un esposto ai Carabinieri chiedendo un’indagine tempestiva per accertare eventuali responsabilità dei soggetti coinvolti nella gestione dei materiali stoccati e nella conduzione dei lavori e dunque il nuovo intervento della Procura potrebbe essere legato alla denuncia del primo cittadino. Il Consorzio si è espresso ieri per «confermare la correttezza delle procedure seguite per la gestione delle terre e rocce di scavo, secondo quanto previsto nel progetto approvato, in base al quale si stanno realizzando i lavori. In accordo con il committente Rfi, che con Italferr ha curato la progettazione definitiva e che ha redatto il piano di utilizzo delle terre, il Consorzio costruttore - sottolinea la nota - ha interrotto immediatamente le attività di scavo nella galleria Sciglio, dopo che le analisi effettuate da laboratori interni e indipendenti hanno evidenziato nelle terre di scavo, per fenomeni di origine naturale, presenza di concentrazioni del parametro arsenico oltre i limiti consentiti per il riutilizzo dei materiali come sotto-prodotto». 

Le imprese costruttrici evidenziano che «in modo proattivo e di concerto con Arpa hanno immediatamente effettuato ulteriori analisi di approfondimento su tutti i materiali di scavo stoccati in sicurezza nelle apposite aree e due di questi depositi in data odierna sono stati posti sotto sequestro dalla Procura di Messina, cui il Consorzio aveva comunicato la situazione, in attesa di ulteriori verifiche delle autorità. A seguito delle analisi effettuate, è stato comunque accertato che i livelli di arsenico riscontrati nei materiali non determinano in ogni caso la pericolosità degli stessi - viene sottolineato - che vengono qualificati e gestiti come rifiuti non pericolosi. Come più volte sottolineato, la presenza dei valori di concentrazione dell’arsenico nelle terre e rocce da scavo risulta una componente riconducibile alle caratteristiche morfologiche del terreno - conclude il Consorzio - e non connessa in alcun modo alle attività effettuate per la realizzazione del progetto ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo».


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