Reddito di cittadinanza con... case al mare, denunciati 39 furbetti nella zona jonica
di Redazione | 30/06/2023 | CRONACA
di Redazione | 30/06/2023 | CRONACA
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Esaminate oltre 120 pratiche
Percepivano il reddito di cittadinanza ma possedevano immobili e residenze al mare, mentre altri erano perfino sottoposti gli arresti. Sono 39 le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Messina con l’accusa di truffa aggravata, contestata perchè hanno percepito, senza averne diritto, il sussidio statale del reddito di cittadinanza. A scoprirli sono stati i Carabinieri della Compagnia di Taormina, ai comandi del capitano Giovanni Riacà, insieme ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Messina, che dall’inizio dell’anno hanno svolto accertamenti sviluppati attraverso uno screening che ha riguardato l’esame delle pratiche di oltre 120 persone residenti nella zona jonica, principalmente nei comuni di Sant’Alessio Siculo, Savoca, Santa Teresa di Riva e Giardini Naxos. Dalle indagini è emerso che 19 percettori, oltre all’abitazione di residenza, risultavano anche proprietari di altri immobili; una persona destinataria del beneficio, in particolare, è risultata addirittura la proprietaria di tre case situate in una nota località balneare del Centro Italia. A percepire illecitamente il sussidio erano anche sei persone sottoposte alla misura cautelare degli arresti domiciliari, di cui cinque per la commissione di reati nell’ambito del traffico di stupefacenti e uno per reati contro il patrimonio, già condannato per rapina. Inoltre sono stati individuati anche 10 cittadini stranieri che avrebbero dichiarato falsamente di essere residenti in Italia da almeno 10 anni, requisito necessario per la percezione del reddito di cittadinanza. Altri quattro percettori risultavano invece conviventi con soggetti destinatari di altre fonti di reddito, in particolare una donna che è risultata la convivente di un libero professionista, proprietario di vari appartamenti. All’esito delle verifiche è risultato che l’Inps, ente che eroga il beneficio, ha corrisposto complessivamente in favore degli indagati oltre 460mila euro: pertanto, sono state attivate le procedure per il recupero delle somme illecitamente percepite e per l’immediata sospensione del sussidio.