Sabato 23 Novembre 2024
Indagini su Patrizia, denunciata dai fratelli dopo la scomparsa di tre casseforti


Sant’Alessio, la guerra in casa Cucuzzella tra soldi spariti e strane "lettere"

di Andrea Rifatto | 19/05/2018 | CRONACA

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Soldi spariti, casseforti svuotate e strane “lettere” della Procura. Sembra il fil rouge di una fiction televisiva ma sono gli “ingredienti” della guerra scoppiata all’interno del Gruppo Cucuzzella, l’azienda della famiglia di Sant’Alessio Siculo operante nel settore dell’edilizia nel commercio di materiali da costruzione. Dopo l’inchiesta “Case Fantasma” della Guardia di Finanza che a novembre 2016 portò agli arresti dei fratelli Giovanni e Salvatore Cucuzzella per un giro di fatture false da 9 milioni di euro (Giovanni attende l'esito del processo di primo grado), è esplosa la lite in famiglia che vede coinvolta anche la sorella Patrizia, denunciata dall'altro fratello, Salvatore, per appropriazione indebita. Nel novembre 2016, mentre Giovanni si trovava ristretto ai domiciliari a Messina, la sorella avrebbe svuotato tre casseforti custodite nell’abitazione di famiglia a Sant’Alessio, contenenti 650mila euro in contanti. Insieme a lei avrebbe partecipato all’asportazione il fratello Salvatore, che poi avrebbe ammesso il fatto ai Carabinieri consegnando anche alcuni file audio registrati all’interno della ditta. Il tesoretto sarebbe dovuto arrivare in azienda ma secondo quanto avrebbe ammesso Salvatore Cucuzzella ai Carabinieri, se ne sono perse le tracce. A ciò si aggiunge un altro episodio che vede sempre coinvolta Patrizia, accusata di aver aver picchiato una collaboratrice del gruppo imprenditoriale che era stata inviata da Giovanni a casa per prelevare il denaro. Per questo fatto è stata citata a giudizio diretto dalla Procura e il processo si celebrerà a dicembre. Le prove a sostegno dell’accusa di truffa e appropriazione indebita a carico di Patrizia Cucuzzella non sono state però ritenute sufficienti dalla Procura di Messina e il sostituto procuratore Antonio Carchietti ha chiesto l'archiviazione, a cui Giovanni e Salvatore si sono opposti.

Nell’udienza preliminare di lunedì il giudice per le indagini preliminari Maria Militello ha però respinto la richiesta della Procura di archiviare l’indagine ed con un'ordinanza ha rinviato l’incartamento al pubblico ministero, assegnando 120 giorni per approfondire le indagini. Il Gip ha disposto innanzitutto di acquisire gli atti del procedimento del 2017 instaurato dopo la denuncia del referente della Cucuzzella Group, chiedendo poi di accertare se la donna sia proprietaria di beni immobili e mobili registrati (segnalando quelli eventualmente acquisiti dopo il 25 novembre 2016), se sia intestataria di conti correnti (verificando le movimentazioni successive al 25 novembre 2016) e se svolga attività lavorativa. Inoltre il Gip ha chiesto di acquisire, se ancora disponibili, gli spostamenti dell'autovettura dell'indagata nei giorni 25 e 27 novembre 2016 e trascrivere i file audio prodotti in sede di querela. Nel procedimento Giovanni e Salvatore Cucuzzella sono assistiti dagli avvocati Salvatore Silvestro di Messina e Fabio Di Cara di S. Teresa di Riva, mentre Patrizia Cucuzzella è difesa dall’avvocato Giancarlo Padiglione di Sant’Alessio.

Intanto gira da settimane una strana “lettera” (nella foto a fianco) spacciata per un atto della Procura della Repubblica di Messina ma che ovviamente non ha nulla di giudiziario. Una fantomatica delega d’indagine che tira in ballo un luogotenente dell’Arma dei Carabinieri e che viene presentata come inoltrata al sostituto procuratore della Repubblica di Messina Roberto Conte, in cui l’autore dello scritto apocrifo accusa Patrizia Cucuzzella di essersi appropriata illecitamente dei 650mila euro approfittando dell’arresto dei fratelli.  Il documento è stato recapitato a Comuni, Stazioni dei Carabinieri, avvocati, medici, professionisti e cittadini tra Sant’Alessio, S. Teresa e i comuni della Val d’Agrò. C’è chi ha intuito subito come si trattasse di un documento farlocco, chi si è invece preoccupato chiedendo spiegazioni, non sapendo della guerra in corso.


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