Sant'Alessio, madre e figlia vittime di violenze trasferite dall'Arma in una casa-famiglia
di Andrea Rifatto | 12/11/2020 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 12/11/2020 | CRONACA
2946 Lettori unici
Immediato l'intervento dei Carabinieri di Sant'Alessio
La convivenza in quella casa era divenuta insostenibile a causa dei troppi litigi e delle continue violenze verbali e psicologiche. Adesso sarà una struttura protetta di accoglienza ad occuparsi di loro. Protagoniste della vicenda sono una donna residente a Sant’Alessio Siculo, che non aveva più un luogo dove vivere dopo la rottura di ogni rapporto con il marito, e la figlia minorenne. I Carabinieri della locale Stazione, alla quale la donna, di nazionalità straniera, si è rivolta nelle scorse settimane, hanno quindi accompagnato in via emergenziale lei e la bambina in una struttura protetta che garantisce una sistemazione dignitosa e una convivenza di tipo familiare, individuata grazie all'intervento dell'associazione-centro antiviolenza "Al tuo fianco" di Roccalumera che le assiste e ha seguito la vicenda. Adesso sarà il Comune a farsi carico della loro sistemazione, come previsto dalla legge per le donne, italiane e/o straniere, vittime di violenze e per le quali non è ipotizzabile una permanenza nel contesto familiare. La Giunta comunale guidata dal sindaco Giovanni Foti ha quindi proceduto a stipulare una convenzione con una struttura, che ha comunicato l’arrivo di madre e figlia e ha trasmesso la documentazione tra cui il prospetto delle spese da sostenere per pagare la retta applicata dalla struttura, prevista dagli standard regionali, pari ad una quota fissa mensile di 418 euro e una diaria giornaliera di 25 euro per ogni giorno di effettiva presenza. L’Amministrazione comunale ha quindi deciso di siglare la convenzione anche perchè tale passaggio consente poi di inviare richiesta alla Regione per il pagamento dei costi sostenuti, visto che l’Assessorato alla Famiglia è disposto a rimborsare le rette di ricovero in strutture di accoglienza per donne vittime di violenza a quei Comuni che hanno stipulato convenzioni con le case famiglia, in modo da garantire in modo continuativo il livello qualitativo e quantitativo dei servizi erogati. Mamma e figlia sono adesso in un luogo protetto e dunque tutti gli enti coinvolti devono garantire la loro sicurezza, in attesa di una sistemazione definitiva che salvaguardi l’incolumità di entrambe. Nei confronti dell’uomo, un italiano della zona, non sono stati finora adottati provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria.