Sabato 15 Marzo 2025
Sindaco, tecnico e gestore prosciolti dopo il dibattimento. In corso un altro procedimento


Sant'Alessio, tre assoluzioni per i rifiuti depositati all'interno del depuratore fognario

di Andrea Rifatto | oggi | CRONACA

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L'impianto di contrada Cassarina

Tre assoluzioni con formula piena per una vicenda legata alla gestione del depuratore fognario di Sant’Alessio Siculo. Il giudice monocratico Antonino Barbagallo del Tribunale di Messina ha infatti assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” l’ex sindaco Giovanni Foti, l’ex responsabile dell’Ufficio tecnico Gaetano Faranna e l’ex gestore dell’impianto, Agatino Mantarro, accusati di gestione non autorizzata di rifiuti. I tre erano stati condannati con decreto penale del 20 ottobre 2022 ma i legali difensori, gli avvocati Massimo Brigandì, Pietro Fusca e Felice Di Bartolo, hanno presentato opposizione e si è svolto il giudizio dibattimentale, chiusosi con la sentenza di assoluzione dei giorni scorsi. I tre erano finiti sotto inchiesta della Procura della Repubblica peloritana e accusati in concorso di aver realizzato una discarica abusiva di rifiuti speciali non pericolosi (fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue), lasciati in deposito temporaneo in quantità pari a 41 metri cubi e quindi in violazione dei limiti quantitativi previsti dall'art. 185 bis lettera b) del D. Lgs. 152/2006 (30 metri cubi). Fatti contestati fino al 6 settembre 2019. In giudizio, però, le accuse non hanno retto e i difensori hanno dimostrato l’estraneità dei tre imputati alle accuse contestate. 

Sul depuratore alessese è in corso un altro procedimento penale per fatti risalenti al mese successivo, esattamente l’8 ottobre 2019, che vede imputati Foti e Faranna, mentre il terzo imputato era Caterina Agata Italia Sapienza, rappresentante legale della ditta “Rizzotti Costruzioni” di Catania che ha gestito l’impianto negli anni scorsi, che però nel frattempo è deceduta. L’ex sindaco e l’ex tecnico sono accusati di omissione di atti d’ufficio e getto pericoloso di cose perchè secondo l’accusa hanno consentito il funzionamento dell’impianto di depurazione in condizioni inadeguate al corretto ciclo depurativo, in assenza di adeguata manutenzione e di autorizzazione allo scarico in mare, e non hanno verificato l’esecuzione dei lavori di potenziamento e di adeguamento aggiudicati alla ditta “Rizzotti Costruzioni”, oltre a non aver eseguito un corretto trattamento depurativo e proceduto alla manutenzione dell’impianto, provocando lo scarico in mare di acque reflue non depurate.


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