Savoca, ladri ancora in azione nella chiesa di San Biagio: rubata l'energia elettrica
di Andrea Rifatto | 03/11/2019 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 03/11/2019 | CRONACA
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La chiesetta e il contatore manomesso
Non c’è pace per la chiesetta di San Biagio a Savoca. L’edificio di culto di proprietà della famiglia Aliberti, posto su una piccola altura in contrada Gazzani, è stato preso di mira questa volta da misteriosi ladri di energia elettrica, che hanno forzato la cassetta del contatore Enel situato all’esterno, manomettendo il misuratore e collegando un cavetto con una presa elettrica per poter utilizzare la corrente. A scoprire il gesto è stata la dottoressa Pinella Aliberti, già sindaco e vicesindaco di S. Teresa di Riva, che gestisce la chiesetta per conto della famiglia e si è insospettita dopo aver ricevuto una bolletta da 136,18 euro per il bimestre settembre-ottobre, a differenza dei 50-55 fatturati solitamente. “Importo che non si addiceva ai consumi usuali, visto che la chiesetta è aperta solo due giorni, il 2 e 3 febbraio in occasione di San Biagio, mentre per il resto dell’anno il contatore e il salvavita vengono staccati – spiega Aliberti – e dunque mi sono recata con un elettricista sul posto scoprendo la manomissione del contatore e provvedendo a rimuovere il cavetto e la presa”. La proprietaria ha segnalato l’accaduto al Servizio elettrico nazionale, chiedendo la sostituzione del contatore perché manomesso e con il display illeggibile per poter fare l’autolettura dei consumi, ottenendo la sospensione del pagamento della bolletta fino al 27 gennai. Ieri mattina ha quindi sporto denuncia contro ignoti alla Stazione carabinieri di Sant’Alessio, competente per territorio, allegando le foto del contatore manomesso. “Siamo molto amareggiati perché la chiesetta di San Biagio è stata oggetto negli ultimi anni di furti di opere d’arte, arredi sacri e paramenti oltre che di manomissioni, anche del contatore dell’acqua, e ciò evidenzia – conclude Pinella Aliberti – che è costantemente monitorata da ignoti che per un motivo o un altro la profanano”.