Savoca. Sparisce un pezzo di storia del Bar Vitelli
di Andrea Rifatto | 10/10/2015 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 10/10/2015 | CRONACA
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L'ingresso del Bar Vitelli con la targa trafugata
Curioso furto ieri sera ai danni del celebre Bar Vitelli di Savoca. Ignoti, poco dopo le 22, hanno sottratto dalla facciata al piano terra di Palazzo Trimarchi, in piazza Fossia, la targa in metallo “Itala Pilsen”, nome di una birra prodotta a partire dagli anni '20. A scoprire il furto è stato l’attuale proprietario del palazzo e dello storico bar ospitato dal 1963 nell'edificio settecentesco, l’ingegnere catanese Lorenzo Motta, nipote della signora Maria D'Arrigo che ha fatto la storia di Savoca, che ha avvisato immediatamente i carabinieri della stazione di Sant’Alessio Siculo, giunti a Savoca al comando del luogotenente Vito Calì. Il Bar Vitelli dispone di un sistema di videosorveglianza esterno che ha ripreso gli autori del gesto, due uomini, probabilmente turisti stranieri, finiti sotto l'occhio elettronico delle telecamere: i militari hanno acquisito le registrazioni per visionare i filmati e provare a identificarli. La targa originale “Itala Pilsen”, posizionata sul lato sinistro della porta di ingresso al bar, è stata restaurata circa cinque anni fa dall’artista Nino Ucchino: ha fatto da cornice al film “Il Padrino” parte I di Francis Ford Coppola, considerato una pietra miliare nella storia del cinema, in una scena girata nel 1971, quando all’esterno del bar don Micheal Corleone (Al Pacino) chiese a Vitelli (Saro Urzì) la mano di Apollonia (Simonetta Stefanelli). Da allora, tra l'altro, il bar Vitelli, così come venne chiamato dal regista Coppola, continua a portare quel nome e conserva all’interno oggetti d’epoca e foto di scena che ricordano le riprese. Si sospetta che qualcuno abbia voluto appropriarsi della targa trafugandola come un antico cimelio, rimasto finora intoccato nel tempo. "Itala Pilsen" venne prodotta a partire dal 1916 e nel 1950 divenne una Spa di proprietà al 50% della Peroni e per la restante parte dei fratelli Luciani, fin quando negli anni '70 la Peroni comprò la quota mancante e ne divenne proprietaria esclusiva del marchio, prodotto ancora oggi. Non è escluso che si tratti di un furto su commissione e i carabinieri stanno indagando a largo raggio per recuperare l'insegna.