Serra artigianale e piante di cannabis coltivate in casa: arrestato un 49enne ad Alì Terme
di Redazione | 18/10/2024 | CRONACA
di Redazione | 18/10/2024 | CRONACA
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La serra e le piantine sequestrate dai carabinieri
Il blitz è scattato dopo una soffiata e già dalla tromba delle scale dell’immobile si percepiva un fortissimo odore di canapa indiana. La successiva perquisizione all’interno dell’abitazione ha confermato i sospetti. È scattato un arresto ad Alì Terme, con l'accusa di coltivazione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, ai danni di un uomo di 49 anni, Vincenzo Carinci, bloccato martedì pomeriggio dai Carabinieri della locale Stazione. I militari dell’Arma, ai comandi del maresciallo capo Antonio Puglisi, hanno scoperto dentro casa una serra strutturata per la coltivazione di piante di cannabis e hanno trovato e sequestrato 15 piante di canapa indiana, interrate in vasi di terracotta, di altezza variabile tra 18 e 125 centimetri, tutte rigogliose, coltivate nella serra artigianale allestita in una stanza neutra dell’abitazione, appositamente attrezzata con impianti di areazione, illuminazione e irrigazione, oltre a 57 grammi di marijuana suddivisa in tre barattoli e in una scatola per calzature. Una volta estirpate dai vasi, le piante sono state consegnate ai Carabinieri del Ris di Messina per le analisi di laboratorio. Il 49enne, che ha negato la paternità dello stupefacente assumendo che fosse destinato ad uso personale, è stato arrestato e ristretto ai domiciliari. Il giorno dopo, assistito dall’avvocato Guido Moschella, è comparso davanti il giudice monocratico Francesco Torre, che ha convalidato l’arresto ma ha rigettato la richiesta di applicazione di misura cautelare formulata dal pubblico ministero, rimettendolo in libertà. Per il giudice “la condotta di coltivazione di stupefacenti costituisce reato a prescindere dalla destinazione ad uso personale, eccettuato il solo caso - non ricorrente nella fattispecie alla luce del numero di piantine coltivate e dello stupefacente già accantonato - di coltivazione rudimentale in grado di fornire un numero estremamente trascurabile di dosi”. Tuttavia “il fatto può essere ricondotto all’ipotesi di produzione e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti di lieve entità” e inoltre “il sequestro delle attrezzature destinate alla coltivazione, l’efficacia deterrente dell’arresto, lo stato di incensuratezza dell’arrestato e l’assenza di indici sintomatici di una qualsivoglia attività di spaccio consentono di escludere le esigenze cautelari”.