Spaccio tra la movida a Taormina e Giardini Naxos: 21 condanne per 150 anni di carcere
di Andrea Rifatto | 26/02/2022 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 26/02/2022 | CRONACA
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Ad aprile scorso scattarono 26 arresti
Si è chiuso con ventuno condanne e due assoluzioni il processo di primo grado sull’operazione “Alcantara”, che nell’aprile dello scorso anno vide i carabinieri della Compagnia di Taormina sgominare due bande che spacciavano droga tra Taormina, Giardini Naxos e la valle dell’Alcantara, legate ai clan mafiosi di Cosa nostra catanese, con ben 26 arresti. Ieri il gup Simona Finocchiaro, a conclusione dell’udienza preliminare con il rito abbreviato, scelto dai 23 imputati che hanno così usufruito di uno sconto di un terzo della pena, ha inflitto condanne per un totale di 150 anni di reclusione, accogliendo in sostanza il quadro accusatorio prospettato dalla Procura della Repubblica di Messina, che ha condotto le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia contestando i reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione. I pubblici ministeri Antonella Fradà e Roberto Conte avevano chiesto 23 condanne dai 3 anni e dei mesi ai 27 anni di reclusione, pena quest’ultima chiesta chiesta per Maurizio Carmelo Chisari. La sentenza. Condanna più alta, 14 anni, 7 mesi e 10 giorni, per Maurizio Carmelo Chisari; poi Mario Giovanni Chisari, 7 anni e 8 mesi e 5mila euro di multa; Alfio Cicala, 2 anni e 4mila euro; Vincenzo Curia, 13 anni e 4 mesi; Vincenzo Verga, 6 anni e 11 mesi e 10 giorni; Alfredo Mancuso, 7 anni e 8 mesi e 5mila euro; Mario Alessandro Cutrufello, 7 anni, 6 mesi e 20 giorni e 5mila euro; Simone Raiti, 2 anni e 6mila euro; Marco Giovanni Condorelli, 13 anni e 6 mesi; Carmelo Coco, 11 anni e 4 mesi; Leonardo Patanè, un anno e 4 mesi e 1.500 euro; Salvatore Sergio Corica, un anno e 4 mesi e 1.500 euro; Antonio Cacciola, 9 anni, 5 mesi e 10 giorni; Victor Joao Gualberto Amorelli, 6 anni e 10 mesi; Gianluca Russo, 6 anni e 8 mesi; Emmanuele Grasso, 6 anni, 8 mesi e 20 giorni; Antonino Nucifora, 6 anni e 8 mesi; Paolo Monforte, 6 anni, 10 mesi e 20 giorni; Emanuele Giordano, 5 anni e 4 mesi; Soufiane Ouguas, 6 anni, 9 mesi e 10 giorni; Carlo Di Pasquale, 6 anni, 8 mesi e 20 giorni. Diciotto imputati sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e interdette legalmente durante la pena. Il Gup ha inoltre ordinato che Maurizio Carmelo Chisari, Vincenzo Curia, Giovanni Marco Condorelli e Carmelo Coco siano sottoposti a libertà vigilata per tre anni una volta espiata le pena. Decise due assoluzioni totali da tutte le accuse contestate per Giuseppe Raneri con la formula “per non aver commesso il fatto” e per Santo Famoso con la formula “perché il fatto non sussiste”. Assoluzioni parziali da alcuni capi d’imputazione Alfio Cicala, Simone Raiti, Marco Giovanni Condorelli, Antonio Cacciola (cancellati dal gup ben 24 capi d’imputazione perchè il fatto non sussiste), Carlo Di Pasquale, Carmelo Coco, Victor Joao Gualberto Amorelli, Soufiane Ouguas e Paolo Monforte. L’operazione “Alcantara” era stata avviata nel settembre 2018 e ha colpito una rete di distribuzione di sostanze stupefacenti operante nelle località turistiche messinesi di Taormina e Giardini Naxos, nonché nei centri urbani della vicina valle dell’Alcantara (Gaggi, Francavilla di Sicilia, Motta Camastra, Graniti, Malvagna, Mojo Alcantara e Roccella Valdemone). Le indagini hanno consentito di individuare la struttura di due organizzazioni criminali dedite alla distribuzione sul territorio di sostanze stupefacenti, la prima operante nel territorio di Gaggi e nella valle dell’Alcantara facente capo a Maurizio Carmelo Chisari, la seconda a Giardini Naxos e Taormina riconducibile a Giovanni Marco Condorelli, ritenuto organico al clan mafioso Brunetto, articolazione del clan Santapaola-Ercolano egemone a Giarre, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia e Castiglione di Sicilia. Fino al lockdown, lo spaccio del narcotico veniva attuato in alcune note discoteche e locali della movida notturna taorminese, sulla base dei consolidati accordi di spartizione delle piazze di spaccio tra i clan mafiosi Brunetto e Cintorino operanti nell’area limitrofa di Giarre, Fiumefreddo e Calatabiano, in provincia di Catania, i quali alimentano e controllano anche il remunerativo mercato della droga nelle località turistiche della riviera jonica messinese.