Taormina, sanzione da 100mila euro a Vittorio Sabato per abusi edilizi
di Andrea Rifatto | 04/04/2018 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 04/04/2018 | CRONACA
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Le strutture di Trappitello contestate dalla Regione
Il vicepresidente del Consiglio comunale di Taormina, Vittorio Sabato, ha creato un danno al paesaggio cittadino realizzando abusivamente le costruzioni adibite ad attività commerciale all’ingresso di Trappitello. E per tale motivo deve versare alla Regione una sanzione da 100mila euro. Lo ha stabilito il Dipartimento regionale dei Beni culturali e ambientali-Servizio Tutela e Acquisizioni con un decreto del novembre 2016 contro cui Sabato ha presentato ricorso al Tar di Catania, che nei giorni scorsi l’ha respinto confermandone la validità. La Regione ha constatato come Sabato abbia realizzato i corpi di fabbrica, ubicati all'inizio di Trappitello all'uscita dello svincolo autostradale di Giardini Naxos, senza l’autorizzazione della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Messina, necessaria in quanto il territorio di Taormina è di notevole interesse pubblico. Nel 2010 la Soprintendenza aveva espresso parere favorevole sul progetto in sanatoria, subordinandone il mantenimento al pagamento di un’indennità pecuniaria di 97mila 320 euro, salvo poi decidere che le opere abusive arrecano al paesaggio vincolato un pregiudizio, se pur lieve, e ne ha quantificato il danno in 100mila 254 euro, da versare nelle casse regionali anziché subire l'ordine di demolizione. Sabato, al fine di armonizzare l'edificio con l'ambiente circostante, doveva inoltre attenersi alle prescrizioni della Soprintendenza e il Comune di Taormina doveva trasporre le prescrizioni nel titolo concessorio, apponendo allo stesso un congruo termine decadenziale per l’esecuzione degli interventi e agendo in caso di mancato adempimento. Ma la situazione è rimasta immutata. Ad inizio 2016, tra l'altro, proprio Vittorio Sabato aveva proposto al Consiglio comunale di eliminare i vincoli della Soprintendenza nella frazione Trappitello così da snellire i tempi sulle pratiche edilizie. Il vicepresidente del Consiglio si è rivolto al Tar etneo, difeso dall’avvocato Paolo Turiano, chiedendo l’annullamento del decreto sanzionatorio, evidenziando come la violazione della normativa paesaggistica è avvenuta prima del 1993 e contestando la valutazione del danno, oltre che la prescrizione del credito essendo trascorsi cinque anni da quando è stata commessa la violazione e altri cinque dal parere favorevole “a condizioni” espresso dalla Soprintendenza (2010) al decreto dirigenziale (2016). Il Tar gli ha dato torto smontando le tesi difensive e sottolineando come Sabato “abbia dichiarato di aver presentato nel 1995 istanza di condono ma non ha dimostrato, come avrebbe dovuto, il conseguimento esplicito di alcun titolo autorizzatorio il quale, appunto, rimuove ogni ragione di incompatibilità dell’opera con gli assetti urbanistici e territoriali e fa venir meno la permanente illiceità che l’accompagnava dall’atto della sua realizzazione”.