Lunedì 29 Aprile 2024
Il 59enne di Savoca era accusato dal 2018 di associazione a delinquere e truffa


Truffe ai clienti per cause e ricorsi bluff nella zona jonica, assolto Carmelo Paterini

di Andrea Rifatto | 15/04/2021 | CRONACA

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Ieri la sentenza di primo grado

Si è concluso con un’assoluzione piena il processo di primo grado sulle truffe per cause e ricorsi bluff nella zona jonica promossi dall’associazione “Feo Progetto Benessere” di Giardini Naxos, scaturito da un’operazione dei carabinieri della Compagnia di Taormina che nel febbraio del 2018 aveva portato a quattro arresti. Nel troncone processuale che si è concluso ieri erano imputati Vincenzo Vanaria, residente a Giardini, ritenuto il promotore dell’organizzazione in quanto si presentava come avvocato nonostante fosse stato radiato dall’Ordine di Messina dal 2004, e Carmelo Paterini, 59enne di Savoca, accusato di aver agito come procacciatore dei clienti. I due, rinviati a giudizio nel maggio del 2018, dovevano rispondere davanti i giudici della Seconda Sezione penale di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e truffa in concorso perchè secondo l’accusa avevano messo in piedi “un’organizzazione criminale dedita alla perpetrazione di una serie indeterminata di truffe”, con cause civili e ricorsi su mutui, prestiti e cartelle esattoriali mai avviati ma per i quali si facevano consegnare denaro dai clienti. Per Vanaria, difeso dall’avvocato Giovambattista Freni, il collegio ha dichiarato l’estinzione del reato per morte del reo, in quanto l’ex legale è deceduto, mentre per Paterini è stata decisa la piena assoluzione con la formula “per non aver commesso il fatto”. Per l’agente immobiliare originario di Roccalumera, difeso dagli avvocati Ettore Cappuccio e Antonio Giacobello, il pubblico ministero Alessandro Liprino aveva chiesto la condanna a quattro anni di reclusione. I legali di Paterini hanno ribadito anche ieri che il loro assistito era estraneo al giro di truffe e non era un “procacciatore” di clienti.

Sia Vincenzo Vanaria che Carmelo Paterini erano stati arrestati e ristretti ai domiciliari insieme agli avvocati Cinzia Tavano di Giardini e Domenico Risiglione di Motta Sant’Anastasia (per i quali il tribunale sta procedendo separatamente) al termine delle indagini sulla “Feo Progetto Benessere”, nate dopo le denunce di parecchi clienti che spiegarono come Vanaria, sostenendo di essere un avvocato esperto nella risoluzione di questioni civilistiche, si faceva consegnare somme di denaro per avviare giudizi e ricorsi contro cartelle esattoriali mai iscritte a ruolo. Paterini, anche lui per la Procura socio fondatore della Feo, era accusato di procacciare clienti e ricevere materialmente gli assegni o il denaro contante, mentre Tavano e Risiglione, avvocati dell’Ordine di Catania, venivano delegati da Vanaria a promuovere le cause civili con procure alle liti rilasciate all’insaputa dei clienti. I due avvocati rinunciavano poi ai mandati senza aver compiuto alcuna attività difensiva, mentre Vanaria e Paterini erano accusati di ottenere un ingiusto profitto incassando le somme versate dalle vittime per l’instaurazione delle cause. Sedici le parti civili a processo, cittadini e piccoli imprenditori raggirati residenti in larga parte a Santa Teresa ma anche a Roccalumera, Pagliara e perfino in provincia di Forlì-Cesena. A difenderle gli avvocati Giovanni Gulino, Salvatore Garufi, Angela Lo Turco, Anna Chiara Riva e Rosario Polizzi.

Più informazioni: falsi ricorsi  


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