Sabato 23 Novembre 2024
L'ex presidente e altri esponenti del gruppo accusati di aver occultato perdite sin dal 2005


Wind Jet, Pulvirenti e altri 13 indagati per bancarotta fraudolenta

15/07/2015 | CRONACA

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La Procura della Repubblica di Catania, Gruppo per i reati contro la criminalità economica, ha emesso 14 inviti a presentarsi per rendere interrogatorio nei confronti di soggetti sottoposti ad indagini per il reato di bancarotta fraudolenta in relazione al dissesto della compagnia aerea low cost Wind Jet Spa. I destinatari di informazione di garanzia e invito per rendere interrogatorio sono Antonino Pulvirenti, quale presidente del Consiglio di Amministrazione di Wind Jet Spa, quale amministratore delegato e, dal 24.12.2009, presidente del Consiglio di Amministrazione di Meridi Srl nonchè quale amministratore unico di Finaria Spa, titolare del 99,22% delle azioni di Wind jet Spa e del 97,36% delle quote di Meridi Srl; Gianmarco Abbardessa, quale componente del collegio sindacale di WIND JET Spa; Gianni Cominu, quale Maintenence PH di Wind Jet Spa; Giuseppe D’Amico, quale Engineering Manager di Wind Jet Spa; Luciano Di Fazio, senior partner di Emintad, società di consulenza strategica advisor di Wind Jet Spa dal 14 gennaio 2011 con l’incarico di supportare la compagnia aerea in un piano di sviluppo; Gianluca Cedro, senior partner di Emintad, società di consulenza strategica advisor di Wind Jet Spa dal 14 gennaio 2011 con l’incarico di supportare la compagnia aerea in un piano di sviluppo; Giulio Marchetti, quale Associate Partner della Bompani Audit Srl; Sarah Patti, quale componente del collegio sindacale di Wind Jet Spa; Vincenzo Patti, quale Presidente del Collegio Sindacale di Wind Jet Spa;  Biagio Rantuccio, quale destinatario di somme di denaro sul proprio conto corrente; Stefano Rantuccio, quale amministratore delegato di Wind Jet Spa; Paola Santagati, quale commercialista di Wind Jet Spa; Remo Simonetti, quale amministratore della Bompani Audit Srl, società di revisione contabile iscritta all’albo Consob, incaricata dall’Assemblea dei Soci dell’11 luglio 2006 di svolgere l’incarico del controllo contabile della Wind Jet Spa, incarico rinnovato per il triennio 2009-2011; Angelo Vitaliti, quale componente del Consiglio di Amministrazione di Wind Jet Spa nonché amministratore delegato di Meridi Srl dal 24 dicembre 2009.

La società, il 9 maggio 2013, era stata ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro. L’attività investigativa eseguita dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catania, in stretta collaborazione con i consulenti tecnici nominati dall’autorità giudiziaria, ha consentito di ricostruire le vicende societarie che hanno condotto all’aggravamento dello stato di dissesto della azienda per oltre 160 milioni di euro, per effetto di operazioni dolose compiute a partire dal 2005. All’esito di accertamenti bancari, acquisizioni documentali e rogatorie internazionali svolte in Lussemburgo, Francia e Regno Unito è emerso che la Wind Jet Spa, già dal 2005, aveva riportato ingenti perdite che non le consentivano più di operare sul mercato in mancanza di immissione di capitali (essendo insufficienti le ricapitalizzazioni effettuate). In base agli elementi investigativi raccolti, tali perdite sarebbero state occultate nel bilancio al 31 dicembre 2005, con un’artificiosa operazione di valorizzazione del marchio WJ, consistita nella cessione (e retrocessione dopo pochi anni) del marchio Wind Jet in favore della Meridi Spa (società di gestione di supermercati facente parte del medesimo gruppo imprenditoriale) per un importo pari a 10 milioni di euro. Tale anomalia di bilancio è stata rilevata anche dal commissario giudiziale avv. prof. Libertini, nominato dal Tribunale fallimentare nell’ambito della procedura di concordato preventivo. Negli anni successivi le operazioni di fittizia sopravvalutazione di bilancio sono proseguite e gli organi societari si sono avvalsi del contributo di società estere che hanno predisposto perizie di stima “di comodo” del magazzino e di beni strumentali di Wind Jet Spa, rappresentando valori sovrastimati per oltre 40 milioni di euro. Secondo quando emerso dalle indagini, le fittizie rilevazioni dell’attivo nelle poste di bilancio sarebbero state eseguite d’intesa con i componenti dell’organo sindacale – che, invece, avrebbero dovuto svolgere funzioni di controllo – e, d’accordo con i responsabili della società di revisione. La Wind Jet Spa avrebbe dunque intrapreso la trattativa svolta con Alitalia, nella prima metà del 2012, mentre versava in una grave condizione di dissesto occultata dalle fittizie sopravvalutazioni dei dati di bilancio. Nel corso delle indagini sono emerse anche indebite appropriazioni di somme di Wind Jet da parte di Stefano e Biagio Rantuccio per importi pari a circa 270mila euro mediante complessi trasferimenti di danaro dall’Italia al Lussemburgo e Regno Unito e successive retrocessioni verso l’Italia. Trattandosi di reato commesso in più di uno Stato, è stata contestata l’aggravante della transnazionalità.  

Più informazioni: wind jet  


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